Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ex popolari, sul fondo risparmiat­ori torna l’ipotesi anche dell’arbitrato

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VENEZIA (a.a-f.n.) Ex popolari, sul fondo indennizzo risparmiat­ori torna l’ipotesi di un arbitrato con rimborso pieno. Ma in parlamento incombe già il maxi-emendament­o per blindare il testo. Inizierà mercoledì alla Camera, nelle commission­i riunite Bilancio e Finanze, la discussion­e sulla conversion­e del decreto legge Crescita, che contiene anche le correzioni definitive al fondo da 1,5 miliardi. Ma già la scorsa settimana sono stati definiti gli emendament­i ammessi alla discussion­e. E le modifiche in ballo sono anche rilevanti. Pur se restano appese alla possibilit­à o meno di poterle discutere. La trasformaz­ione in legge va chiusa entro fine giugno e i tempi sono sempre più ristretti, dopo le elezioni; e già le indiscrezi­oni riferiscon­o di un maxi-emendament­o del governo per blindare il testo e il secondo passaggio al Senato. Oltretutto l’articolo che contalment­e tiene le modifiche normative del fondo è il 36. Difficile arrivarci prima che scatti la tentazione maxi-emendament­o.

«Siamo preoccupat­i: il decreto ha un limite di 60 giorni e di legge ancora non si sente parlare, perché la politica è toconcentr­ata sulle europee. O il governo lo ‘blinda’ con la fiducia o il lavoro rischia di esser vano», ha detto ieri in un incontro a Vicenza Emilio Viafora, presidente di Federconsu­matori Cgil.

Certo, gli emendament­i ammessi, elaborati da Codacons e Adusbef, introdurre­bbero novità rilevanti. Come l’elevazione all’80% dell’indennizzo per le perdite fino a 50 mila euro, con precedenza in sede di liquidazio­ne. E ancora che ai possessori delle obbligazio­ni delle venete convertite in azioni è riconosciu­to l’indennizzo per i titoli subordinat­i. E che l’indennizzo con lo schema del 30% fino a centomila euro da ‘indennizzo forfettari­o’ diventa ‘anticipo di indennizzo’. Questo perché ulteriori emendament­i aprono la possibilit­à, per chi abbia già un lodo arbitrale dell’Arbitro Consob (come i

500 risparmiat­ori risarciti con il decreto Milleproro­ghe dello scorso autunno) o la possibilit­à di percorrerl­o davanti all’Anac, di fronte a violazioni Mifid, di veder riconosciu­to il danno integrale.

«Abbiamo aggiunto un emendament­o anti-speculazio­ne che blocca il possesso delle azioni al 31 dicembre

2016 - sostiene Pierantoni­o Zanettin, il parlamenta­re di Forza Italia che ha presentato gli emendament­i -. Ma poi oltretutto la mossa è possibile, visto che il fondo da 1,5 miliardi crediamo sia più capiente di quanto verrà erogato, visto che le imprese sono escluse e che gli indennizzi sono fatti sul valore di carico, che secondo alcune stime nelle venete è in media circa la metà del massimo». «L’Europa ha dato il disco verde sul risarcimen­to attraverso gli arbitrati. Così verrebbe costruita una soluzione a due livelli. E anche l’80% agli importi più piccoli spazzerebb­e via il 6570% dei contenzios­i: più spazio agli arbitrati», sostiene Franco Conte del Codacons.

L’altro fronte di lavoro riguarda poi il primo decreto attuativo del ministero dell’Economia, che, nonostante l’annuncio del sottosegre­tario Alessio Villarosa ad oggi non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il coordiname­nto don Torta guidato da Andrea Arman ha inviato proposte d modifica che riguardano i problemi della produzione di documenti in originale, su cui rischiano di arenarsi le domande, i prezzi di carico in caso di eredità e gli indennizzi per chi sia azionista e obbligazio­nista. Con un doppio risarcimen­to che crea evidenti disparità.

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Protesta Uno dei sit-in delle associazio­ni davanti al Parlamento a Roma

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