Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Jesolo, il neo proibizion­ismo per gli spritz serali in spiaggia

«Ogni sabato 20 mila ragazzi, alcuni sono ubriachi prima di cena»

- Di Emilio Randon

Viaggio in spiaggia a Jesolo, tra i ragazzi nel mirino della nuova ordinanza voluta dal sindaco Zoggia per fermare alcolismo, risse e degrado.

JESOLO Un tempo bastava un pitale ben lanciato per risolvere il problema. Il pitale era una mano santa: metteva fine alle molestie e l’ubriaco se ne andava bestemmian­do, oppure restava, ma per poco. Esauriti i fumi dell’alcol, con un’ultima esplosione di rabbia si acquietava e noi potevamo tornare a dormire. Adesso non si può più, ora non si fa. Tra l’altro qui non abbiamo un balcone a disposizio­ne e questi ragazzini forse non sono poi neanche tanto ubriachi. Non tutti almeno. Siamo in spiaggia, alla Capannina di Jesolo. È mezzanotte e non dovremmo nemmeno esserci. Neanche loro per la verità: i cancelli sono stati chiusi da un pezzo e a quest’ora di notte è vietato bivaccare sull’arenile tra le sdraio ben allineate e gli ombrelloni chiusi.

Sono una dozzina, forse di più, hanno tra i 14 e i 18 anni, quello scuro di pelle con il cappellino NY li compirà tra due mesi come ci fa sapere meglio e più di un avvocato con il cipiglio di chi conosce bene i diritti del minorenne a tutela della sua immagine. Tra loro anche due ragazze accovaccia­te.

Due le bottiglie di vino piantate sulla sabbia, altre di acqua minerale vengono esibite come prova di innocenza. I ragazzi sono teneri e spaventati, ostili e indecisi, ti si fanno intorno come licaoni, studiano le reazioni dell’intruso che ha interrotto il loro festino, lo annusano, si chiedono chi sia, quanto grosso e provocano. È buio, la coppia di agenti della polizia locale che con discrezion­e e profession­alità ci accompagna in questo giro di pattuglia è lontana, al di là della staccionat­a. Dire pattuglia è esagerato. È un giro turistico il nostro, per di più fatto nel giorno sbagliato. Il giorno buono è stasera, sabato, dalle 20 alle 6 di mattina esattament­e, quando, in conformità all’ordinanza del sindaco Valerio Zoggia, scatterà il divieto di alcol in strada, sulle spiagge e ovunque sia fuori dai luoghi consacrati, bar, ristoranti. Non si può bere né trasportar­e alcol: nel caso, la bottiglia – birra o vino che sia - deve essere impacchett­ata, chiusa nella sua confezione e con il sigillo di chi l’ha venduta. Va portata verso casa, senza detour. Insomma è proibito il porto e la detenzione di alcol neanche ci volesse il porto d’armi.

«Lo so, lo so, non si può bere – mi fa uno di questi giovani bagnanti fuori orario – funziona da sabato, ma oggi non è sabato e noi non facciamo niente di male». Un altro trova impossibil­e che ci sia una multa di 200 euro per il trasgresso­re sorpreso in flagrante, «non è possibile». Ma ora sono tutti in piedi, e se tre tra i più lesti se l’erano data a gambe poco prima, questi no, questi restano e sono pronti a combattere.

Un gruppo così, non loro, uno simile, una compagnia siffatta per antropolog­ia, età, tasso alcolico e attitudine allo svago, la settimana scorsa ha pestato a sangue due bagnini in servizio mandandoli all’ospedale. Noi non siamo bagnini e neanche poliziotti. Solo dei ficcanaso e si vede. «Ora lei cancella immediatam­ente quello che ha ripreso con il telefonino, qui e subito, davanti a noi». A parlare è il capobranco, il più risoluto e minaccioso, un torello ben piantato sulle gambe e dall’occhio duro che dice di essere di Jesolo, quindi doppiament­e territoria­le.

I due poliziotti sono preoccupat­i, chiamano rinforzi. Ma non c’è d’aver paura. Sono i ragazzi della nuova consapevol­ezza, vedono le risse in tivù, la politica, noi adulti dar fuori di testa, sono abituati alle crudezze di Facebook, frequentan­o Instagram e, in quanto a confini, hanno i loro personali circa la decenza e l’opportunit­à, con il lecito e l’illecito dentro la loro giurisdizi­one, talvolta sbagliano, qualche volta si fanno male.

Bevono? Sì. «E fin subito, con l’aperitivo delle sette. Dieci anni fa dovevi aspettare mezzanotte per trovarli ubriachi, ora lo sono già alle otto di sera» spiega un dirigente dei vigili.

Questi sulla spiaggia sono più offesi che arrabbiati, indignati per il pregiudizi­o contro il quale sbattono ogni volta che un adulto li avvicina e sindaca il loro modo di stare insieme. Fino a qualche anno fa li trovavi all’uscita delle discoteche, i più grandi al Muretto, al King, al Vanilla, ora le discoteche sono in crisi. Ce ne erano ventisette un paio di decenni fa, ora sono tre, cinque con le minorili. Non occorre più andarci per divertirsi, basta una spiaggia, una radiolina accesa e qualche bottiglia che facilita l’umore. In fuga dai prezzi, dai recinti del divertimen­to costruito dagli adulti, questi il divertimen­to se lo fanno da soli, sono l’Anonymous dello sballo e se Jesolo è diventata la Mikonos dell’Alto Adriatico un po’ se la merita e un po’ se l’è cercata: Eraclea e Caorle erano per le famiglie – magari non è più vero, ma l’immagine è quella, anche la ‘ndrangheta preferisce i posti tranquilli – per i ragazzi c’è e resta solo Jesolo.

«Arrivano in 20 mila ogni sabato da tutto il Veneto, un centinaio bevono oltre misura e l’alcol se lo portano da casa» dice il sindaco Valerio Zoggia, per niente pentito della sua ordinanza. «E’ impression­ante vedere ragazzine di 15 anni cascare per terra sulle loro bottiglie e non riuscire più ad alzarsi. Non lo so chi sia mancato – dice un vigile con 30 anni di servizio – se le famiglie, la scuola o le parrocchie che non ci sono più».

In spiaggia, «Torello», quello che sembrava insormonta­bile, ha rinunciato alle vie di fatto e finalmente si scansa intanto che l’altro, col cappellino NY, fa ancora l’avvocato. «Non poteva accadere nulla signore – dirà uno di loro più tardi, un ragazzino dalla faccia pulita, intrepido e onorevole come un samurai – se quello si fosse mosso eravamo tutti pronti a fermarlo. Lo deve perdonare, ha solo bevuto un po’».

Si beve, e certo che sì, sabato e domenica di più anche se sarà più rischioso farlo. In tempi lisergici, autarchici e sregolati, i ragazzi di Jesolo non sono solo quello che un’ordinanza potrebbe far immaginare. Un giudizio terzo, cinico e inverosimi­le? Viene da un giovanotto albanese appollaiat­o un muretto di Piazza Mazzini. Lavora come cameriere ed è tutta la sera che sta lì con altri due connaziona­li a guardare la gente e il telefonino. «Nulla, non ho visto nulla. E sa perché? Perché a Jesolo gli uomini sono donne e le donne sono uomini». Così a Jesolo e in tutto l’Occidente pare, «uomo» anche quando la polizia gli chiede i documenti.

Jesolo è una losanga con al centro piazza Mazzini e piazza Aurora dedicate allo sballo, gli estremi sono esenti. «Persino i bar con venti tavolini devono pagarsi la security». In piazza Milano l’altra sera c’erano il sindaco, gli assessori e tutta la «municipale» a spiegare e ragionare di sicurezza sulle strade, con l’Avis, le famiglie delle vittime della strada, l’alcol test gratuito e certi occhiali in distribuzi­one che simulano l’ebbrezza alcolica. Un’iniziativa meritoria, encomiabil­e e istruttiva, solo un po’ disassata rispetto i luoghi dello sballo e forse anche rispetto il problema.

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