Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Demografia, se si vive fino a cent’anni

- Vittorio Filippi

Ed una cultura della salute intesa soprattutt­o come prevenzion­e. Come si diceva, non solo i centenari sono in crescita, avanguardi­a di un inedito invecchiam­ento longevo, ma sempre più si differenzi­ano tra loro. Come dire che ci sono centenari e centenari. Infatti l’allungamen­to estremo della vita fa si che oltre ai centenari ci siano anche i semisuperc­entenari (105 anni e più) e i supercente­nari (110 e oltre), questi ultimi testimoni viventi della frontiera per molti versi misteriosa della longevità umana.

Il nord del paese è l’area più «affollata» di centenari – tra l’altro in Veneto vive il decano d’Italia, ovvero l’uomo più longevo, che tra un mese celebrerà i 110 anni divenendo così un supercente­nario – e ciò fa pensare alla diversa qualità della sanità e della prevenzion­e che taglia in due l’Italia.

Certamente stiamo parlando di numeri piccoli anche se in crescita, ma estremamen­te importanti simbolicam­ente.

Ma sono importanti perché indicano le strade finora mai percorse dell’invecchiam­ento umano estremo ed anche perché rimandano all’efficienza del welfare sanitario ed assistenzi­ale. Insomma con i centenari bisognerà sempre di più fare i conti: stanno entrando in questi anni nella terza età le generazion­i numerose degli anni cinquanta e sessanta, generazion­i per le quali si prospetta una longevità sempre maggiore e sempre più «giovanile».

Saranno loro – o almeno una parte crescente di loro – ad avere buone probabilit­à di essere i centenari di domani.

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