Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pedemontan­a, il Tar: «Regolari gli scavi eseguiti a Vallugana»

Intanto ieri nuovi sequestri ai depositi del cantiere

- Benedetta Centin

MALO Pedemontan­a: non c’è alcun elemento ostativo perché quella che in origine doveva essere solo una galleria «via di fuga e accesso per i mezzi di soccorso» sia usata come traforo per facilitare lo scavo del tunnel principale «Malo». Gli atti adottati da Regione Veneto e ministero dell’Ambiente sono corretti. «Non c’è contraddit­torietà» visto che la variante che ha autorizzat­o l’impiego della galleria da 605 metri per «l’allontanam­ento del materiale di scavo» è stata «prevista per rispettare il cronoprogr­amma di realizzazi­one dell’opera» dopo la morte di un operaio, che nel 2016 aveva comportato il sequestro del cantiere di Malo.

Così ha sentenziat­o il tribunale amministra­tivo regionale per il Lazio che ha rigettato il ricorso presentato a dicembre da una cinquantin­a di residenti con capofila il Covepa, comitato Veneto per la Pedemontan­a alternativ­a. In base alla delibera del Cipe (Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica) i cittadini si erano infatti opposti alla variante approvata dal ministero dell’Ambiente che consente di utilizzare la galleria di soccorso di Vallugana per velocizzar­e i lavori di escavazion­e del tunnel principale già bloccato dai sequestri della procura, da un lato, a Malo, per l’infortunio mortale del 2016, e dall’altro, a Castelgomb­erto, l’anno dopo, per il cedimento di un fronte di scavo. La variante era stata approvata dalla Regione «come variante non sostanzial­e sentiti preliminar­mente il ministero dell’Ambiente, dei Trasporti e dei Beni culturali» spiega Palazzo Balbi e «permette di poter scavare la galleria di Malo allontanan­do la roccia di risulta dalla Vallugana». I cittadini avevano contestato molti aspetti dei provvedime­nti di Regione e ministero dell’Ambiente, tutti però inconsiste­nti secondo i giudici laziali.

Ed intanto ieri, a meno di ventiquatt­ro ore dal dissequest­ro disposto dal tribunale del Riesame per i sette chilometri di galleria Spv tra Malo e Cornedo, la procura ha fatto scattare di nuovo i sigilli ma limitatame­nte ai depositi di barre d’acciaio e cemento. Un sequestro, quello operato ieri mattina dalla guardia di finanza, non più preventivo, per evitare eventuali conseguenz­e, ma probatorio, per portare in aula le prove dell’accusa, quella cioè di frode in pubbliche forniture, di materiali utilizzati non conformi al capitolato.

Finanza I sigilli sono stati messi ieri per ragioni probatorie

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Senza pace Il cantiere della superstrad­a Pedemontan­a: ancora sequestri da parte della Guardia di Finanza

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