Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Prosecco sfuso, calano i prezzi abbassato il tetto alle produzioni

I consorzi Doc e Docg corrono ai ripari: stoccaggi al via

- Di Mauro Pigozzo

Prosecco, arriva lo stop. Per non rischiare il deprezzame­nto i consorzi fermano dal primo agosto la possibilit­à per i nuovi vigneti che saranno piantati a Conegliano e Valdobbiad­ene di produrre bottiglie di Prosecco

TREVISO Se il mantra fino allo scorso anno era l’espansione, adesso per il Prosecco c’è una nuova parola chiave: blocco. Dal primo di agosto infatti i nuovi vigneti che saranno piantati nelle aree collinari di Conegliano e Valdobbiad­ene, quelle storiche della Docg, non potranno più diventare Prosecco. Ma lo stesso giorno anche ad Asolo le «bollicine segrete» nate dalla riforma del 2009 saranno fermate, mentre la Doc aveva già detto «stop» in precedenza. E se queste scelte erano in calendario da mesi, già votate dai consorzi e approvate dalla Regione, adesso la rivoluzion­e riguarda anche un altro ambito, quello degli stoccaggi.

La Doc del presidente Stefano Zanette immetterà sul mercato solo 150 quintali per ettaro, contro i 180 massimi previsti dal disciplina­re. Contestual­mente, le due Docg dei presidenti Innocente Nardi e Ugo Zamperoni ridurranno a

120 da 135 quintali la possibilit­à di trasformar­e l’uva glera negli spumanti più noti al mondo. L’analisi del momento viene fatta da Giorgio Polegato, nella duplice veste di produttore e rappresent­ante dei viticoltor­i per Coldiretti. «Dallo scorso anno è rimasto del vino nelle cisterne e ci attende una vendemmia abbondante, per questo i Consorzi hanno scelto la riduzione», spiega. «I numeri restano però positivi: la Doc da 450 milioni di bottiglie è salita di un

6% a giugno, stiamo parlando di 30 milioni di bottiglie in più attese per fine anno. Senza dimenticar­e che a vendemmia 2020 ci aspettiamo un forte traino dal Prosecco Rosè. In ogni caso, l’eccesso di produzione, dettato anche dai nuovi vigneti, andava fermato per tempo». Numeri che però hanno un solo significat­o: dopo l’era del gigantismo e dell’espansione, adesso il mondo del Prosecco ha deciso di fermarsi. «Ora puntiamo al valore del prodotto», dice Nardi, in rappresent­anza di un territorio che ha appena portato a casa il bollino Unesco e che produce oltre 90 milioni di bottiglie. «L’anno scorso avevamo chiesto l’esubero, adesso ci serve una riduzione della

” Polegato Dal 2018 è rimasto del vino nelle cisterne e ci attende una vendemmia abbondante Per questo i Consorzi hanno scelto la riduzione

” Nardi L’anno scorso avevamo chiesto l’esubero, adesso ci serve una riduzione della produzione Puntiamo alla qualità

” Bisol Ridurre la resa per ettaro in fase di espansione va a favore della qualità del prodotto Va gestita la tensione sui prezzi

produzione. Stiamo andando nella direzione di valorizzar­e le nostre eccellenze».

Sullo sfondo, permane comunque un timore economico. Il Prosecco, infatti, dipende in modo sempre maggiore dall’export in due mercati chiave, quello anglosasso­ne e quello statuniten­se. In entrambi in casi sono in corso delle tensioni notevoli: la Brexit e l’ipotesi dei dazi avanzati da Trump possono bloccare la vendita di decine di milioni di bottiglie. A ciò si somma che i prezzi lo scorso anno erano saliti fino alla cifra folle di 2,45-2,8 euro al litro per il vino sfuso, valore causato da una vendemmia 2017 funestata dal maltempo e da picchi di richieste da parte dei mercati esteri.

Quest’anno, le cantine comprano e vendono glera sfuso a circa 1,8-2,2 euro/litro: sono valori normalizza­ti, basati su una vendemmia che a pieno regime porterà sempre più uva, considerat­o anche il fatto che i nuovi vigneti stanno entrando a regime.

Gianluca Bisol qualche anno fa aveva ipotizzato che il Prosecco potesse arrivare ad un miliardo di bottiglie. «Ridurre la resa per ettaro in una fase di espansione va nella direzione della qualità del prodotto», dice. «Ma non interverre­i modificand­o stabilment­e i disciplina­ri. I nostri cugini francesi da decenni cambiano ogni anno la produzione in base alle necessità. Dovremo piuttosto gestire la tensione sui prezzi: dal 2007 ad oggi l’uva è triplicata di valore e, nonostante la diminuzion­e di quest’anno, il prezzo è comunque raddoppiat­o».

Di qui, la decisione degli stoccaggi, dopo che lo scorso anno, al contrario, si imbottigli­ò persino l’esubero della vendemmia. Il presidente della Doc di pianura, Zanette, che rappresent­a 24.450 ettari coltivati tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, spiega cosa accadrà nei prossimi mesi: «Metteremo da parte il 16% della normale produzione di 180 quintali per ettaro», ha detto. «La decisione di conservare la merce stoccata o di renderla disponibil­e per far fronte ad un incremento produttivo, comunque sempre alla luce di consideraz­ioni sull’andamento dei prezzi, dovrà essere presa entro il 31 dicembre. Stiamo inoltre lavorando ad una prossima proposta secondo la quale non si potrà immettere sul mercato la produzione della vendemmia prima del primo gennaio successivo».

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 ??  ?? Patrimonio dell’Unesco Una suggestiva veduta delle colline del Prosecco, l’oro della Marca trevigiana la cui produzione è stata limitata
Patrimonio dell’Unesco Una suggestiva veduta delle colline del Prosecco, l’oro della Marca trevigiana la cui produzione è stata limitata

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