Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Legge su b&b e affitti i proprietari in guerra contro la Regione
Codice identificativo, le associazioni chiedono a Roma di impugnare la legge: «Incostituzionale»
VENEZIA Associazioni di B&B sul piede di guerra. Tre sigle, Pro.loca.tur, Host It e Host+Host, che raccolgono numerosi proprietari di alloggi turistici ritengono «incostituzionale» la recente normativa regionale in materia e scrivono al governo chiedendo che Roma la impugni. Nel mirino dei proprietari c’è la legge veneta che introduce, in primis, un codice identificativo obbligatorio per i B&B con tanto di targa da esporre all’esterno dell’edificio. Scopo dichiarato è, naturalmente, l’emersione di un numero che si stima ancora molto alto di alloggi «fuori norma». Insomma, il mare di «nero» celato da colossi come Airbnb e non solo è diventato un serio problema per i territori a più spiccata vocazione turistica e, quindi, si è disposto l’arsenale pesante. Nell’esposto delle associazioni di locatari si contestano «la violazione della competenza legislativa statale e dei diritti costituzionali dei cittadini». E chiedono al governo anche promuovendo un ricorso alla Corte costituzionale. La contestazione giuridica ritiene che gli alloggi in locazione turistica non possano essere equiparati alle strutture ricettive in nome dell’assenza di servizi. Si contesta che gli alloggi privi di autorizzazioni urbanistiche, edilizie, igienico-sanitarie e di sicurezza degli impianti possano essere utilizzati per la locazione turistica. E, ancora, che gli incaricati del Comune, possano accedere agli alloggi per l’accertamento delle violazioni. Insomma, obblighi eccessivi rispetto a strutture che non sono degli hotel. L’assessore regionale al Turismo Federico Caner non ci sta: «La nostra legge regionale già prevede di distinguere gli alloggi in locazione turistica da chi fa ricettività ed eroga anche servizi. Non voglio far polemica alcuna. Rilevo solo che c’è già stata un’impugnazione di una legge analoga della Lombardia senza esiti. Aggiungo che lo stesso ministro al Turismo, Marco Centinaio ha inserito il codice identificativo nel decreto Concretezza». La Regione si dice più che tranquilla rispetto all’accusa di incostituzionalità. «Ci atterremo alla giurisprudenza ma siamo certi della correttezza del percorso fatto. - conclude Caner - E sia ben chiaro che non ce l’abbiamo con le locazioni turistiche, lo ripeto una volta di più. Anzi riteniamo che le locazioni brevi siano un servizio complementare al mondo della ricettività, sono importantissime. L’unica cosa che abbiamo voluto nell’interesse di tutti è disciplinare la materia. Riteniamo sia corretto farlo per eliminare eventuali spazi di illegalità». E, nel frattempo, ci sono altre quattro Regioni che hanno adottato leggi del tutto simili a quella veneta in materia di locazione turistica: Sardegna, Lazio, Lombardia e Campania.