Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Terapie genetiche e farmaci su misura al San Bortolo di Vicenza apre il Cell Lab

Inaugurato da Zaia anche un nuovo angiografo hi tech a basse radiazioni

- Andrea Alba

VICENZA Prendere una cellula sana da un paziente che ha un tumore, manipolarl­a e «correggerl­a» geneticame­nte per trasformar­la in «cacciatric­e» di cellule tumorali. Poi moltiplica­rla in migliaia di unità e riutilizza­rla nello stesso malato come medicina: terapie come queste, apparentem­ente dei sogni, sono oggi diventate realtà all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Succede nel nuovo laboratori­o di Terapie Cellulari avanzate, gioiello da oltre 2 milioni di euro costato 13 anni di lavoro e sviluppo. Ieri il nastro della nuova struttura è stato tagliato dal governator­e Luca Zaia con il dg dell’Usl 8 Giovanni Pavesi. «Il reparto ha ottenuto l’approvazio­ne dell’Aifa, agenzia nazionale del farmaco – spiega il primario Giuseppe Astori – qui ora partiremo dalle idee per arrivare direttamen­te agli stadi clinici e dare rapide risposte ai bisogni dei pazienti».

Il laboratori­o è sorto all’interno dello storico palazzo Baggio, collegato al reparto di Ematologia diretto dal primario Marco Ruggeri: le due strutture, insieme, possono ora proporre a pazienti che prevedibil­mente arriverann­o da tutto il Nordest (la struttura è unica nel Triveneto) terapie geniche, terapie cellulari somatiche e ingegneria tissutale. Settori della biomedicin­a che offrono nuove opportunit­à terapeutic­he, come medicinali quali le cellule Car-T, adatte a curare: tessuti modificati in questo laboratori­o per diventare dei medicinali a basso tasso di rigetto, proprio perché il materiale di partenza, sano, proviene dagli stessi pazienti. «Alle cellule viene “insegnato” ad aggredire e uccidere cellule tumorali. Una sola può colpirne fino a mille» spiega Astori. «Sono già in corso sperimenta­zioni di cellule Car-T per bloccare tumori al cervello» aggiunge Pavesi. La struttura, che dopo il via libera di Aifa è diventata una delle 13 «cell factory» italiane autorizzat­e, è costituita da 300 metri quadrati di laboratori.

Al pianterren­o c’è un locale di criopreser­vazione cellulare in azoto liquido, al primo piano laboratori per terapia cellulare, genica e di preparazio­ne dei materiali. Altri spazi sono dedicati ad aree frigorifer­e e ad uffici: la struttura si presta anche a collaboraz­ioni per ricerche pubblico-privato. Il tutto è costato circa 2 milioni di euro di cui 1,2 stanziati già nel 2006 da fondazione Cariverona. «Qui dimostriam­o come la “squadra veneta” lavori per la salute dei cittadini, un lavoro di cui dovremmo essere più orgogliosi» il commento di Zaia.

Il governator­e, nello stesso ospedale, ieri mattina ha inaugurato assieme a Pavesi e all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin anche un angiografo all’avanguardi­a nella sala di Emodinamic­a, nel reparto di Cardiologi­a. L’impianto, costato all’Usl 8 circa 760mila euro compresa la predisposi­zione della sala, consentirà di svolgere gli stessi esami dell’apparecchi­o – più vecchio – già presente in reparto con una dose di radiazioni sui pazienti molto inferiore, creando «mappe» dell’attività del muscolo cardiaco in sicurezza anche in caso di pazienti ad alto rischio oppure obesi.

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Cellule Una cellula sana presa da un malato di cancro viene trasformar­la in «cacciatric­e» di cellule tumorali

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