Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I dipendenti si mettono in gioco: per chi vuole crescere paga l’azienda
Il posto è dinamico: accordo innovativo alla San Marco
MARCON (VENEZIA) C’è il manager che voleva diventare direttore commerciale per uno dei marchi del gruppo e ha studiato un anno e mezzo alla Luiss, a spese dell’azienda, nei fine settimana e durante le ferie. Ma ci sono anche gli operai che non hanno mai acceso un pc e che dell’inglese conoscono sì e no dieci parole, i quali, in orario di lavoro, possono frequentare corsi di informatica e di lingue.
Accade alla San Marco Group di Marcon (Venezia), insegna di primissimo piano nella produzione di pitture e vernici per l’edilizia professionale da 85 milioni di fatturato e 200 dipendenti (più 100 in società controllate), 40 dei quali entrati l’anno scorso. E accadrà ancora, da oggi in poi, grazie a un’intesa sindacale raggiunta dopo anni di confronti e tarature, che un lavoratore desideroso di passare a un’altra mansione possa ricevere tutta la formazione di cui ha bisogno dentro l’azienda e all’interno del suo turno giornaliero. Il principio di fondo racconta la vicepresidente, Mariluce Geremia - è presto spiegato: quando hai bisogno di una particolare figura professionale, se la trovi in casa è meglio per tutti.
«Assumere una risorsa esterna implica tempi di apprendimento normalmente piuttosto lunghi – dice – mentre, se investi su qualcuno che già lavora per te da tempo, e magari frequenta abitualmente il reparto che interessa potenziare, gran parte della strada è già stata fatta». Naturalmente, non tutto è semplice come il modello teorico e non a caso l’accordo ha natura sperimentale con verifiche almeno annuali. In primo luogo è necessario che vi sia un’autocandidatura del collaboratore e poi che la sua ambizione incontri il reale fabbisogno di professionalità dell’azienda. Decideranno su questo i responsabili delle risorse umane e comunque il punto interrogativo vero, che rappresenta un po’ la sfida lanciata sia da San Marco sia dalla Femca Cisl (unico sindacato presente con Rsu), è verificare se esista davvero fra i lavoratori la volontà di mettersi in gioco e tentare una crescita professionale. Cioè di lasciare la consueta postazione per qualche ora al giorno e andare, con lo spirito dell’allievo, ad affiancare un collega «formatore» dell’area di destinazione, in un percorso che potrebbe durare anche due o tre anni. Questo all’interno di una geografia delle abilità che ha identificato 70 figure professionali, «in base a parametri oggettivi – precisa ancora Geremia - quali anzianità, competenze, autonomia, leadership. Su questo abbiamo definito e articolato un percorso di crescita interno che si svilupperà attraverso l’impegno di ciascun lavoratore, la formazione e l’acquisizione di esperienza». Senza limiti alle richieste che potranno giungere, almeno per ora. Appunto perché la percezione dell’importanza di imparare qualcosa di nuovo non è forse accesa come dovrebbe e il bersaglio che si vuole centrare è appunto quello di risvegliarla. «Ciò che di bello emerge da questo progetto – fa osservare Alberto Cavallin, di Femca Cisl – è che la formazione non viene più calata dall’alto ma dovrebbe sorgere come stimolo dalla base. Ci aspettiamo siano i lavoratori a proporre le iniziative che preferiscono o che ritengono più utili, fino al punto di creare sinergie fra i lavoratori stessi».
Da un paio d’anni, del resto, San Marco si è dotata di uno spazio chiamato «Academy», in cui confluiscono tutte le attività di aggiornamento autogestite dai dipendenti e utilizzato spesso anche come semplice luogo di ritrovo per attività ricreative nelle pause. Un contesto, osserva ancora Cavallin, in cui potrebbero concretizzarsi progetti di formazione sostenuti da bandi che la Regione Veneto produce in modo corposo.
Un apprezzamento giunge anche da Confindustria Venezia attraverso Giancarlo Piva, funzionario dell’area sindacale: «Attraverso questo importante lavoro di partecipazione e di evoluzione organizzativa – rileva - San Marco si è messa nelle condizioni di affrontare, in una prospettiva di forte dinamicità, le sfide e la forte competizione dei mercati».
”
Geremia Percorsi di crescita definiti secondo parametri oggettivi Il sindacato Cavallin (Cisl): «La formazione non viene più calata dall’alto, tocca ai lavoratori»