Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rapid, il software che salva dall’ictus
Vicenza: sarà adottato dall’Usl 8, prima in Veneto. «Vitale per centinaia di persone»
VICENZA Si chiama «Rapid» ed è un software innovativo applicato a Tac e risonanze magnetiche che permettere di ridurre a 2 minuti, dai 20 consueti, la diagnosi di ictus. Consentendo, in questo modo, di ridurre drasticamente i danni cerebrali e centinaia di vite. Il nuovo sistema sarà utilizzato, primi in Veneto, dagli ospedali dell’Usl 8. «Grazie a questo strumento e al collegamento dei vari ospedali ci sarà la possibilità di trattare circa 300 pazienti l’anno».
VICENZA Un software per ridurre i tempi di diagnosi negli ictus da 20 a 2 minuti, e salvare decine di vite all’anno. L’Usl 8 Berica da ieri ha introdotto nei propri ospedali - Vicenza e Arzignano, quelli dotati di un reparto «stroke unit» - un’innovazione, almeno per il Veneto dove si tratta della prima applicazione. Con il software «Rapid», applicato alle Tac e risonanze magnetiche dei reparti stroke, si stima che potenzialmente ogni anno si potrà intervenire su 200 casi gravi in più nel Vicentino, con buone possibilità di salvezza.
L’iniziativa è stata presentata ieri all’ospedale San Bortolo dal dg Giovanni Pavesi con il direttore sanitario Salvatore Barra, il primario di Neuroradiologia Giuseppe Iannucci e i rappresentanti dell’azienda Medtronic. Sullo sfondo c’è l’ictus ischemico, patologia che nell’area dell’Usl 8 colpiscala sce circa 2 mila persone all’anno. Si stima che circa 300 siano i casi veramente gravi: quelli in cui l’embolo va ad interessare una delle arterie principali. Ora si riesce a curarne solo una parte. «L’anno scorso abbiamo eseguito 80 trombectomie meccaniche – spiega Iannucci -. Tra queste, nel 93% dei casi c’è stata una canalizzazione completa dell’arteria. I pazienti non sono tornati normali, ma da una di invalidità molto alta si è passati a una scala bassa».
In questo tipo di patologia, però, moltissimo dipende dalla rapidità dell’intervento. A livello internazionale, spiegano gli specialisti, si ritiene inutile intervenire dopo sei ore da che i sintomi sono iniziati. E a rendere il tutto più complesso è la necessità di una diagnosi molto rapida: «leggendo» Tac e risonanze magnetiche, un bravo specialista ci mette circa 20 minuti a capire se le funzioni cerebrali sono ancora salvabili, o se la situazione è compromessa e non ha senso intervenire. «Il vantaggio di Rapid è che permette un taglio netto di questi tempi da trattamento, ridotti a 2 minuti. Grazie a questo strumento e al collegamento dei vari ospedali, a cui speriamo si aggiungano anche quelli del Bassanese e Alto Vicentino, ci sarà la possibilità di trattare circa 300 pazienti l’anno. A un costo decisamente ridotto, 30 mila euro l’anno – sottolinea il dg Pavesi – innovazioni come queste sono il “sale” della nostra attività».