Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Tempi d’attesa, un manager per il Cup»
Dialogo tra gli ospedali, visite più rapide e trasparenza. I piani del dg Simoni per l’Usl 7: «Voglio che sia unica»
” Simoni Integrare le prestazioni di Santorso e Bassano
BASSANO I Cup degli ospedali di Bassano e Santorso che non comunicano a sufficienza fra loro, le visite promesse e non fissate, i tempi lunghi di attesa per alcune specialità. Il direttore generale dell’Usl 7 Pedemontana, Bortolo Simoni, non nasconde le difficoltà del presente: «Le conosciamo e ci stiamo lavorando, ad esempio per coordinare i Cup c’è al lavoro una nuova manager assunta ad hoc. Ma a cittadini e amministratori chiediamo di avere più fiducia: Santorso è un gioiello, devono essere loro i primi a voler bene ai loro ospedali». Direttore, qual è il suo progetto per l’Usl Pedemontana?
«Farla diventare unica. Sia per gli operatori che per i cittadini, che io considero i veri azionisti. È un progetto ambizioso che sconta difficoltà concrete di carenze di medici e offerte di servizi, più accentuate nel distretto Alto Vicentino anche a causa di un problema di percezione».
È però un dato di fatto che spesso, prenotando in un distretto, non viene suggerita la possibilità di fare le visite anche nell’altro.
«Va compresa la situazione di fondo: Santorso è un ospedale in project e in project è anche il Cup, con personale e software diversi da Bassano. Stiamo lavorando perché una postazione
di Santorso veda Bassano e viceversa».
Cosa risponde ai pazienti che lamentano come, alle promesse e ai “la richiameremo”, non seguano le prenotazioni entro i termini?
«Sia per i controlli che per le prestazioni con priorità 10, 30 e 90 giorni a volte vengono formate liste di “galleggianti”: sono le prestazioni che non vengono fissate subito, i casi in cui il paziente viene richiamato in seguito. In primavera avevamo raggiunto un picco di 30mila
“galleggianti”: l’abbiamo ridotto di un terzo, mettendo risorse aggiuntive e assumendo tre operatori in più proprio per il “recall”. Il problema vero però è
la carenza di medici in organico, che si riflette sulle visite esterne».
COME VANNO LE ASSUNZIONI?
«Qualche risultato c’è: due nuovi cardiologi, un oncologo, un ortopedico a Santorso. Tuttavia scontiamo una carenza diffusa in più specialità: in radiologia a Santorso ci sono 11 medici su 21, in generale nell’Usl mancano una sessantina di specialisti dagli organici».
QUAL È LA TENDENZA DELLE “FUGHE” VERSO ALTRE USL?
«Dopo una crescita ininterrotta
dal 2012, nel 2018 si è fermata. C’è stata un’inversione importante in Ortopedia: la protesiologia ortopedica di Bassano è centro di riferimento regionale, ma ne facciamo anche ad Asiago e Santorso. Altri progetti di peso saranno la suddivisione di oncologia fra Bassano e Santorso, e lo sviluppo di senologia nell’ospedale altovicentino».
CHE SUCCEDERÀ AI 140 PAZIENTI
PSICHIATRICI E DISABILI GRAVI
OSPITATI A MONTECCHIO PRECALCINO?
«L’appalto all’Ipab La Casa di Schio scade in primavera, si andrà in gara come è normale che sia. Spero che l’Ipab si ricandidi: circa i lavoratori, c’è la clausola di riassunzione».
Che messaggio dà a chi manifesta per la sanità, oggi a Schio? E a chi auspica un accorpamento all’Usl di Vicenza?
«Io non credo che l’allontanamento dal territorio dei centri decisionali migliori la gestione: tutto il contrario. E il messaggio che do continuamente, agli operatori e agli amministratori, è “parlate bene” delle vostre strutture. Crederci è il primo modo di salvarle. Instaurare circoli viziosi, invece, porta a danni dalle conseguenze imprevedibili».