Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Tempi d’attesa, un manager per il Cup»

Dialogo tra gli ospedali, visite più rapide e trasparenz­a. I piani del dg Simoni per l’Usl 7: «Voglio che sia unica»

- Andrea Alba

” Simoni Integrare le prestazion­i di Santorso e Bassano

BASSANO I Cup degli ospedali di Bassano e Santorso che non comunicano a sufficienz­a fra loro, le visite promesse e non fissate, i tempi lunghi di attesa per alcune specialità. Il direttore generale dell’Usl 7 Pedemontan­a, Bortolo Simoni, non nasconde le difficoltà del presente: «Le conosciamo e ci stiamo lavorando, ad esempio per coordinare i Cup c’è al lavoro una nuova manager assunta ad hoc. Ma a cittadini e amministra­tori chiediamo di avere più fiducia: Santorso è un gioiello, devono essere loro i primi a voler bene ai loro ospedali». Direttore, qual è il suo progetto per l’Usl Pedemontan­a?

«Farla diventare unica. Sia per gli operatori che per i cittadini, che io considero i veri azionisti. È un progetto ambizioso che sconta difficoltà concrete di carenze di medici e offerte di servizi, più accentuate nel distretto Alto Vicentino anche a causa di un problema di percezione».

È però un dato di fatto che spesso, prenotando in un distretto, non viene suggerita la possibilit­à di fare le visite anche nell’altro.

«Va compresa la situazione di fondo: Santorso è un ospedale in project e in project è anche il Cup, con personale e software diversi da Bassano. Stiamo lavorando perché una postazione

di Santorso veda Bassano e viceversa».

Cosa risponde ai pazienti che lamentano come, alle promesse e ai “la richiamere­mo”, non seguano le prenotazio­ni entro i termini?

«Sia per i controlli che per le prestazion­i con priorità 10, 30 e 90 giorni a volte vengono formate liste di “galleggian­ti”: sono le prestazion­i che non vengono fissate subito, i casi in cui il paziente viene richiamato in seguito. In primavera avevamo raggiunto un picco di 30mila

“galleggian­ti”: l’abbiamo ridotto di un terzo, mettendo risorse aggiuntive e assumendo tre operatori in più proprio per il “recall”. Il problema vero però è

la carenza di medici in organico, che si riflette sulle visite esterne».

COME VANNO LE ASSUNZIONI?

«Qualche risultato c’è: due nuovi cardiologi, un oncologo, un ortopedico a Santorso. Tuttavia scontiamo una carenza diffusa in più specialità: in radiologia a Santorso ci sono 11 medici su 21, in generale nell’Usl mancano una sessantina di specialist­i dagli organici».

QUAL È LA TENDENZA DELLE “FUGHE” VERSO ALTRE USL?

«Dopo una crescita ininterrot­ta

dal 2012, nel 2018 si è fermata. C’è stata un’inversione importante in Ortopedia: la protesiolo­gia ortopedica di Bassano è centro di riferiment­o regionale, ma ne facciamo anche ad Asiago e Santorso. Altri progetti di peso saranno la suddivisio­ne di oncologia fra Bassano e Santorso, e lo sviluppo di senologia nell’ospedale altovicent­ino».

CHE SUCCEDERÀ AI 140 PAZIENTI

PSICHIATRI­CI E DISABILI GRAVI

OSPITATI A MONTECCHIO PRECALCINO?

«L’appalto all’Ipab La Casa di Schio scade in primavera, si andrà in gara come è normale che sia. Spero che l’Ipab si ricandidi: circa i lavoratori, c’è la clausola di riassunzio­ne».

Che messaggio dà a chi manifesta per la sanità, oggi a Schio? E a chi auspica un accorpamen­to all’Usl di Vicenza?

«Io non credo che l’allontanam­ento dal territorio dei centri decisional­i migliori la gestione: tutto il contrario. E il messaggio che do continuame­nte, agli operatori e agli amministra­tori, è “parlate bene” delle vostre strutture. Crederci è il primo modo di salvarle. Instaurare circoli viziosi, invece, porta a danni dalle conseguenz­e imprevedib­ili».

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