Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Chiese, almeno 3,5 milioni per sistemare il patrimonio
VENEZIA Almeno tre milioni e mezzo di euro solo per pagare i danni alle chiese di Venezia e delle isole causati dall’«acqua granda» di martedì notte e dalle maree sopra il metro e mezzo dei giorni successivi. «È una prima stima indicativa — dice la sovrintendente Manuela Carpani — considerando che dovrebbero servire mediamente sessantamila euro per ogni chiesa». E gli edifici di culto colpiti sono una sessantina sui 120 complessivi tra centro storico e isole. E non ci sono solo la basilica di San Marco, dove si sono già viste le prime conseguenze dell’acqua salata di questa settimana («Il proto mi ha già mostrato i distaccamenti», confessa la sovrintendente), la chiesa di San Donato a Murano e alla basilica di Torcello in cui i contraccolpi sono maggiori, la lista è lunga e non risparmia nessuna parte della città. C’è ad esempio la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido, San Moisè, Sant’Alvise, Carmini, San Trovaso, San Nicolò dei Mendicoli, San Zaccaria, tanto che la Curia ha chiesto ai parroci di documentare i danni con fotografie. «Le maree eccezionali di questi giorni hanno peggiorato una situazione già compromessa di cui la Diocesi e le singole parrocchie non riescono a farsi carico — ha spiegato il patriarca Francesco Moraglia —. Gestire 120 chiese che sono scrigni d’arte non è facile. Considerando che tra le varie peculiarità di Venezia anche il patrimonio espressione della fede cristiana è visitato da tutti, speriamo che si riesca a condividere questa fatica, per il bene dell’arte e della fede delle persone».
Un grido di aiuto quello del vescovo a cui ha già parzialmente risposto il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini che ieri ha visitato proprio la Basilica soffermandosi con il patriarca. Il governo infatti ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio per estendere l’Art bonus, l’incentivo fiscale per chi dona per il recupero del patrimonio culturale, anche a tutto il patrimonio ecclesiastico di Venezia. E quindi anche ai campanili: sono 87 quelli sotto osservazione, non tutti nella stessa fascia di valutazione, di cui una quindicina in situazione già critica. «Qui noi dobbiamo dare garanzie e risposte in termini di sicurezza — precisa Moraglia — ma come ben sanno i veneziani, mantenere un edificio in questa città è più costoso e complicato». In soccorso alla Sovrintendenza però è arrivata la rilevazione satellitare degli ultimi quattro anni e mezzo a cui Palazzo Ducale può attingere che, come spiega Manuela Carpani, «ci permette di vedere se ci sono dati che discostano dalle rilevazioni». Ma il problema principe rimane quello dei fondi che scarseggiano: da una parte l’Art bonus e dall’altro la deroga del Comune al divieto di pubblicità nelle facciate dei cantieri potrebbe superarlo. Almeno in parte. ( f. b.)