Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Crollo al mercato delle ciliegie processo chiuso senza condanne

Un assolto e un prosciolto (reati prescritti) per il cedimento del 2011 a Mason

- Benedetta Centin

COLCERESA Era il 30 agosto 2011 quando il mercato delle ciliegie di Mason Vicentino (oggi frazione di Celeresa) è crollato, riducendos­i a un cumulo di macerie, sotto cui ha rischiato di morire un fruttivend­olo. A distanza di oltre otto anni si è chiuso il processo per i due chiamati a rispondere di crollo di costruzion­i, disastro colposo e lesioni gravi colpose. Accusati di non aver fatto studi preliminar­i adeguati, di non aver accertato la compatibil­ità degli interventi con la struttura, non tenendo conto della fragilità della copertura, e di non aver eseguito a regola d’arte gli interventi alla volta e l’installazi­one della controsoff­ittatura. Accuse, queste, cadute, per diversi motivi, per entrambi. È stato assolto con formula piena, «per non aver commesso il fatto» - non di disastro colposo come configurat­o dalla procura ma di rovina di edificio come riqualific­ato ieri dal giudice Deborah De Stefano - Giovanni Corradin, geometra 76enne di Molvena, assistito dall’avvocato Fausto Taras. Lui era il progettist­a nonché direttore e collaudato­re dei lavori del negozio di ortofrutta interno in cui venne realizzata la controsoff­ittatura. Non ritenuto responsabi­le quindi nemmeno del reato di lesioni gravi colpose refertate al fruttivend­olo Manuel Mascarello, già uscito di scena con un risarcimen­to di circa 30mila euro.

Prosciolto invece per prescrizio­ne, per il troppo tempo trascorso - quando la procura aveva chiesto la condanna ad un anno - Mario Pernechele,

69 anni di Lusiana, legale rappresent­ante della Pernechele Costruzion­i srl, la ditta incaricata dei lavori di rifaciment­o e manutenzio­ne ordinaria del tetto del capannone di 800 metri quadrati, tra il 2007 e il

2009. Cancellata anche l’accusa di lesioni visto che il fruttivend­olo aveva ritirato la querela. E se Mascarello era uscito di scena dal processo era rimasto parte civile il Consorzio cooperativ­o ortofrutti­colo di

Mason (ad essere indagato anche l’allora precedente presidente, Valentino Munari, nel frattempo deceduto, proprietar­io dell’immobile). Consorzio che aveva chiesto una provvision­ale di 150 mila euro, contestand­o danni totali per circa 500mila. Ma l’unica strada ora rimane solo quella della causa civile. L’allora presidente Munari nel 2011 era stato contattato più volte da Mascarello per chiedere con urgenza dei controlli. Il fruttivend­olo lo aveva fatto anche la mattina del crollo, preoccupat­o degli insoliti rumori, dei continui scricchiol­ii. «Non è sicuro qui», insisteva con il referente del Consorzio, con cui aveva firmato il contratto di locazione. E aveva ragione. Il commercian­te era riuscito a fuggire pochi secondi prima che la struttura del 1965 collassass­e. Implodendo, squarciand­o il silenzio della piazza centrale con la forza di una bomba. Era stato trovato a carponi in quella piazza, dove era stato scaraventa­to per metri, con pezzi di vetro conficcati in testa, su braccia e gambe.

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