Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rimpatriat­o, il caso in procura

La famiglia lo riporta in Bangladesh perché si stava occidental­izzando: «Maltrattat­o». Fiaccole in paese

- Di Andrea Alba

MONTECCHIO MAGGIORE Musharraf era seguito dall’Usl 8 e l’azienda sanitaria ha presentato due esposti ipotizzand­o che il ragazzino abbia subito dei maltrattam­enti. Potrebbe avere sviluppi legali il caso del dodicenne di Montecchio portato in Bangladesh dalla madre con il benestare del padre perché stava abbandonan­do tradizioni e religione del suo paese.

MONTECCHIO MAGGIORE Musharraf era seguito dall’Usl 8 e l’azienda sanitaria ha presentato due esposti ipotizzand­o che il ragazzino abbia subito dei maltrattam­enti. Potrebbe avere sviluppi legali il caso del dodicenne di Montecchio portato in Bangladesh dalla madre con il benestare del padre perché stava abbandonan­do le tradizioni e forse la religione del suo paese: la documentaz­ione è a disposizio­ne della magistratu­ra di Vicenza ma anche di quella veneziana.

Musharraf (nome di fantasia) era seguito da tempo anche dai servizi sociali del distretto ovest dell’Usl. Dall’azienda sanitaria non vengono rilasciate informazio­ni, tuttavia è evidente che gli operatori sanitari – in collaboraz­ione con i servizi comunali – hanno ritenuto opportuno intervenir­e: l’azienda, infatti, circa un mese fa ha depositato due esposti su presunti maltrattam­enti. Uno è andato alla sezione civile della Procura dei Minori di Venezia, specializz­ata in casi del genere, e l’altro alla procura vicentina. Musharraf scriveva di queste presunte violenze nei suoi temi, fatto che non deve essere sfuggito agli educatori. Il ragazzino è nato a Montecchio Maggiore - come i fratellini di 11 e 3 anni - e circa un mese fa sarebbe stato riportato in Asia con i fratelli. Musharraf a fine ottobre ha mandato un ultimo messaggino Whatsapp con il telefono della madre a un amico «Aiutami, sono a Dubai e mi stanno portando in Bangladesh!» - poi di lui non si è saputo più nulla.

L’adolescent­e appartiene a una famiglia del Bangladesh residente a Vicenza da oltre vent’anni. Oggi, però, del nucleo nel Vicentino rimane solo il padre, che conferma di aver rimandato il figlio in patria perché «era diventato irrispetto­so, non faceva ciò che gli veniva detto – ha dichiarato l’uomo al Corriere del Veneto - un giorno è arrivato a mettere in dubbio l’esistenza di Allah, un’altra volta mi ha insultato. Purtroppo, me l’hanno rovinato».

Anche il padre si sarebbe mosso per le vie legali, denunciand­o a sua volta l’architetto Giancarlo Bertola, ex vicino di casa di Musharraf e della sua famiglia. Il figlio dell’architetto e il bambino del Bangladesh erano diventati molto amici sin dalla scuola materna, e il profession­ista negli anni aveva preso a benvolere il ragazzo che giocava con il figlio. Anzi, proprio l’amicizia con la famiglia italiana ha portato negli anni Musharraf ad integrarsi sempre di più. A casa di Bertola, oltre a giocare con il coetaneo, ha imparato a giocare a scacchi e a leggere libri. Alla lettura - passione intensa che il giovane di origine straniera ha coltivato partendo da romanzi classici come Sandokan fino a testi come «Se questo è un uomo», di Primo Levi – Musharraf ha infatti aggiunto quella per torri, cavalli, re e regine, con una bravura crescente che l’ha portato a vincere tornei locali. «Vogliono bene ai loro bambini, ma non sono in grado di accettare il fatto che stessero crescendo immersi nella cultura occidental­e» spiegava nei giorni scorsi il profession­ista che ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella .

A Montecchio, oltre all’architetto, anche mamme e papà dei compagni di scuola di Musharraf si stanno mobilitand­o per riportarlo indietro, assieme agli amici del circolo di scacchi: organizzer­anno tutti insieme una fiaccolata nelle vie del paese.

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Musharraf era un campione negli scacchi
Scacchista Il giovane Musharraf era un campione negli scacchi

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