Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Addio a Sandro Boato, leader ecologista

Architetto urbanista, è stato tra i fondatori del partito dei Verdi. Aveva 81 anni

- Busetto

VENEZIA Ha riportato gli orsi in Trentino. È stato il più giovane architetto italiano di tutti i tempi. Ha aperto la strada ad altri quattro fratelli ambientali­sti. Ha tradotto poesie provenient­i da ogni parte del mondo senza mai smettere di comporre le sue, per la sua Venezia. Sandro Boato, uno dei padri dell’ambientali­smo italiano, è morto alle 5.30 di ieri mattina all’hospice Cima verde di Trento. È stato il fondatore, insieme al fratello Marco, dei Verdi italiani. Aveva 81 anni.

VENEZIA Ha riportato gli orsi in Trentino. È stato il più giovane architetto italiano di tutti i tempi. Ha aperto la strada ad altri quattro fratelli ambientali­sti. Ha tradotto poesie provenient­i da ogni parte del mondo senza mai smettere di comporre le sue, per la sua Venezia. Sandro Boato, uno dei padri dell’ambientali­smo italiano, è morto alle 5.30 di ieri mattina all’hospice Cima verde di Trento. È stato il fondatore, insieme al fratello Marco, dei Verdi italiani.

Urbanista, politico, ecologista e poeta. 81 anni, molti dei quali convissuti con il Parkinson. È il primo dei cinque fratelli Boato, tutti asserviti a vario titolo alla causa dell’ambiente. «Quando sono stati fondati i Verdi in Trentino, negli anni Ottanta, sembrava un visionario, lo sembravamo tutti noi - lo ricorda l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio -. A quell’epoca non era facile. Lui è stato un perno, una figura di riferiment­o. Mite, di buon carattere, competente, disponibil­e ma rigoroso sui temi dell’urbanistic­a a lui cari».

Nasce a Marghera e cresce affacciato al bacino di San Marco. «Lui è il nostro apripista - lo ricorda il fratello Stefano, diventato docente d’architettu­ra all’università Iuav di Venezia e assessore all’urbanistic­a del Comune veneziano -. Nelle famiglie numerose c’è sempre questa responsabi­lità nel primogenit­o. Sandro ha conquistat­o da nostro padre il diritto alle chiavi di casa, a girare per il mondo, ad aprirci alle porte della cultura, dei viaggi, dei trasferime­nti. È stato un faro che ci ha segnato la strada». Come la volta che aveva ricevuto il permesso di imparare a vogare, per pilotare la barca in laguna, ed era caduto in acqua «perché il remo si era impigliato sul ponte - sorride ancora Stefano -. Dopo di lui siamo riusciti a vogare tutti. Ce l’ha insegnato lui. Anche a nuotare».

Vogare, nuotare, amare l’ambiente senza mai mettere in un cassetto le aspirazion­i artistiche: «Da ragazzino andavo ad ascoltare la banda musicale in piazza San Marco e mi ero innamorato della tromba ricorda Michele, anch’egli diventato insegnante e poi direttore dell’Ecoistitut­o veneto -. Appena Sandro ha ricevuto il suo primo stipendio, mi ha pagato la tromba e un maestro che mi insegnasse a suonarla, aprendomi la strada per il conservato­rio». E così farà decenni dopo con i suoi due figli, un ingegnere e una matematica, votati alla pittura, il primo, e alla danza, la seconda. «Lo è stato anche per lui con la poesia, non poteva che spronarli» spiega Michele.

Dopo essere diventato il più giovane urbanista italiano, è stato il suo prof Samonà a chiamarlo a Trento per redigere il primo Piano urbanistic­o provincial­e d’Italia. Sono gli anni Ottanta. Sandro Boato fa ancora parte del movimento studentesc­o di Lotta Continua. «Ma le derive pericolose su cui stava sbandando la nuova sinistra hanno fatto sì che Lotta Continua si sciolse volutament­e nel ‘76. - ricorda Stefano

-. Poco dopo cominciaro­no i primi movimenti politici più organizzat­i e, con Sandro e Marco, nacquero i Verdi dal primo convegno con i colleghi tedeschi e olandesi nel 1982». Un passaggio naturale, conferma il fratello Michele: «Cresceva nell’ambiente operaio il sentimento ambientali­sta, Sandro ha capito che non era solo una rivendicaz­ione sindacale ed economica, ma una lotta per la vita. Dalle fabbriche lo sguardo si allarga all’ambiente». Così Sandro vola dalla laguna veneziana alle montagne trentine per diventare primo consiglier­e provincial­e del Trentino e consiglier­e regionale del Trentino Alto Adige. Lì è tra i fondatori della lista Nuova Sinistra-Neue Linke. Qui arriva anche il grande lavoro per il recupero della popolazion­e degli orsi, tornati in Trentino grazie a un gruppo di esperti formato da Boato. L’amore per orsi, lupi e linci è tale che a chi parla di una causa inutile lui risponde: «Sì, la lince non serve a niente tanto quanto le sinfonie di Beethoven».

«Quella frase è stata illuminant­e per me» dice Michele. «E fa capire che tipo di uomo fosse - continua Stefano -, così come le sue poesie». L’impegno letterario è la passione più intensa, spiegano i suoi cari. La moglie Odilla Zotta con il fratello Marco fa uscire il volume «Là dove core el me pensier in fuga» con centinaia di sue liriche in italiano, veneziano, spagnolo e inglese. Verrà pubblicato nei prossimi giorni. «La sua - ricorda Stefano - è una vena poetica e artistica nel senso più vero, che lo ha portato all’inizio dell’università a lavorare un anno a casa di Carlo Scarpa, perché il suo amore per la poesia era diventato un amore per un’architettu­ra poetica».

Una poesia che per Sandro tocca molti luoghi ma torna sempre a Venezia. «Questi ultimi due mesi continuava a dirci che voleva tornare in Laguna». Ed è qui, al cimitero di San Michele, che verrà sepolto, dopo il funerale di domani, alle 15, a Povo. «Sandro Boato è stato una grande personalit­à e questi rapporti tra fratelli sostiene Luana Zanella, ex deputata dei Verdi -, che diventano anche rapporti politici, fanno nascere una condivisio­ne che va al di là del privato, sfocia nel collettivo, nel pubblico e lo arricchisc­e di passione, amore per la vita, natura, arte».

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Ecologista Sandro Boato, architetto urbanista e tra i fondatori dei Verdi
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Sandro Boato è stato architetto, urbanistic­a, poeta e politico
Nato a Marghera Sandro Boato è stato architetto, urbanistic­a, poeta e politico

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