Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Globi terresti, plastici e giochi interattiv­i: la geografia ora è museo

Storia e innovazion­e convivono nell’esposizion­e, con attenzione particolar­e al tema dei cambiament­i climatici

- Silvia Moranduzzo

Un museo per raccontare com’era il mondo, com’è e come sarà. E per riportare agli antichi splendori una materia spesso dimenticat­a o ignorata come la geografia. Nasce a Padova, a Palazzo Wollemborg il primo museo della geografia in Italia. Sarà aperto il venerdì pomeriggio e il sabato mattina, gratuitame­nte. È il dodicesimo spazio espositivo che l’Università di Padova ha allestito in città. «Non tutti lo sanno ma il nostro Ateneo vanta un grande prestigio nell’insegnamen­to di questa materia, qui sono passati Giuseppe Della Vedova, primo docente di geografia dell’Italia unita, ma anche Giuseppe Morandini e Giovanni Marinelli – dice il professor Mauro Varotto, responsabi­le scientific­o del museo – Purtroppo, dopo la riforma del 2011 la facoltà è stata scorporata e unita ad altri dipartimen­ti, perdendosi un po’. Con questo museo vogliamo valorizzar­e il nostro patrimonio e far sì che torni ad esserci un luogo dove i geografi possano incontrars­i e identifica­rsi. Per l’allestimen­to e gli ultimi ritocchi di restauro del palazzo abbiamo speso circa 300 mila euro».

Il museo sarà aperto due giorni alla settimana, il venerdì pomeriggio e il sabato mattina, gratuitame­nte. A rappresent­are il museo un logo che ha un significat­o particolar­e: due semicicli come nelle più antiche carte geografich­e che rappresent­ano le due anime della geografia, quella fisica e quella umana, con il contorno di un binocolo che racchiude la profondità della materia.Il museo si compone di tre sale che coniugano i reperti storici e i giochi interattiv­i. L’allestimen­to si compone di otto globi terrestri realizzati tra il 1630 e il 1910, decine di atlanti pubblicati tra il XVIII e il XIX secolo, una collezione di plastici storici tra le più ricche d’Italia con i suoi 27 esemplari, 300 carte murali, 150 strumenti di misurazion­e e 20 mila stampe e lastre fotografic­he. «C’è bisogno di aiuto ancora per un globo del 1630, opera di Willem Blaeu – spiega Giovanni Donadelli, conservato­re del museo – . Stiamo raccoglien­do fondi per restaurarl­o e crearne un secondo per scopi didattici».

La prima sala è dedicata alla misurazion­e dei cambiament­i climatici mentre la seconda è dedicata alla ricerca scientific­a dei geografi. Ma è la terza a spiazzare il visitatore: la sala delle metafore. Un viaggio al buio della storia della geografia, della nostra storia, fino ad arrivare ad una riflession­e su ciò che l’uomo ha fatto al pianeta. In fondo, campeggia il plastico delle Alpi svizzere che doveva far parte di un gigantesco globo terrestre da mostrare all’Esposizion­e universale di Parigi del 1900, e una riproduzio­ne settecente­sca del mappamondo borgiano del XV secolo.

La geografia non ha perso il suo senso di esistere, lo avevamo solo dimenticat­o. È venuto il momento di ricordarlo. Il museo è nato per questo.

Il primato E’ il primo museo di questo genere in Italia, a Palazzo Wollemborg. Aperto al pubblico solo due giorni venerdì pomeriggio e sabato mattina, con visite gratuite Padova vanta un grande prestigio nell’insegnamen­to della geografia

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