Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Patto Comune-Iuav per trasformare l’Incompiuta (com’è) in set o spazio d’arte
Studio per il duomo mai finito e progetto di restauro da un milione
BRENDOLA «Quest’estate un giorno sono uscito dal Comune e mi sono trovato davanti 12 modelle e un fotografo: volevano trasformare l’Incompiuta in un set». L’Incompiuta che il sindaco di Brendola Bruno Beltrame cita è l’imponente duomo mai ultimato nella collinetta a fianco del municipio: domina la cittadina e tutta la campagna circostante. «È pericolante e dobbiamo dire di no ad ogni richiesta di accedervi, ma il suo fascino è unico – osserva Beltrame -. Diventerà sede di mostre ed eventi, con un restauro conservativo». Se ne è parlato ieri a margine di un incontro con l’università Iuav di Venezia e la Soprintendenza di Verona: con l’ateneo è stata firmata una convenzione per la realizzazione, entro un paio d’anni, di un progetto di valorizzazione e restauro.
Le pareti esterne dell’Incompiuta, degradate da sterpaglie e annerite da decenni d’incuria, tramite ampi spazi aperti presentano allo spettatore colonne in tre navate, con l’orizzonte che si intravede sui lati opposti. Dal tetto una statua di san Michele Arcangelo alta quattro metri posa il suo sguardo sulle varie frazioni di Brendola, i quartieri che il maestoso duomo in costruzione voleva unificare dal punto di vista religioso.
La struttura progettata dall’architetto Fausto Franco, 1124 metri quadrati per 30 metri di altezza, era davvero vicina al completamento quando, circa 70 anni fa, i lavori si fermarono per non riprendere più.
Ieri mattina, alla firma della convenzione, oltre a docenti dello Iuav erano presenti tra gli altri l’assessore veneto al Lavoro Elena Donazzan, l’assessore comunale al Bilancio Giuseppe Rodighiero e il vicesindaco Silvia De Peron. Quest’ultima ha ripercorso la storia del Duomo: «I lavori iniziarono nel 1931 per decreto vescovile, finanziati con cinquecentomila lire, per poi essere sospesi a causa della mancanza di fondi. Ripresero e l’arciprete Francesco Cecchin riuscì ad ultimare il tetto nel 1941». Ma il sacerdote morì nel 1949 e il cantiere cessò con lui. Negli anni successivi la diocesi avrebbe ceduto tutto al municipio. Divenuta col tempo un luogo simbolico, per la struttura transennata negli anni non sono mancate ipotesi di completamento. «Fra gli altri un progetto di Paolo Portoghesi, che però sarebbe costato 14 milioni di euro, e un piano con strutture in plexiglass tutto attorno. Mai realizzati – riprende Beltrame – no, l’Incompiuta è nata così e deve rimanere così. “Compierla” sarebbe andare contro la sua storia». Con questa idea, l’amministrazione comunale di Brendola ha avviato una collaborazione con lo Iuav già sfociata in alcune tesi di laurea. Il Comune ora andrà oltre: con l’intesa di ieri sono stati stanziati 24mila euro per realizzare in poco tempo un progetto di valorizzazione completo. «Poi seguirà il restauro, per il quale prevediamo un’ipotesi di spesa di un milione di euro. L’auspicio – conclude il primo cittadino - è di trovare collaborazioni pubblico-private».