Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ecomostri e ruderi tramutati in crediti edilizi: pronte le regole
VENEZIA Altro passo in avanti nell’attuazione di «Veneto 2050», la nuova legge sull’edilizia varata dal consiglio regionale nell’aprile scorso, meglio nota ai più come «Piano casa quater». La commissione Urbanistica presieduta da Francesco Calzavara ha infatti messo a punto il complesso meccanismo di calcolo dei «crediti edilizi da rinaturalizzazione», uno dei cardini su cui si basa la legge, probabilmente il più importante nell’ottica della sostenibilità e della green economy.
Funzionano così: c’è un vecchio edificio, abbandonato ed ormai inutilizzabile, che a causa delle sue condizioni vale zero sul mercato immobiliare; il proprietario chiede al Comune che questo sia riconosciuto come «edificio incongruo» ed accetta di demolirlo «rinaturalizzando» il fondo, il che - secondo la definizione dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - significa che il terreno deve tornare ad essere «permeabile». Erba, se si vuole semplificare.
La volumetria dell’edificio abbattuto (o, per alcune tipologie di immobili, la sua superficie: si pensi agli allevamenti avicoli, solitamente molto estesi) viene quindi iscritta nel registro dei crediti da rinaturalizzazione, una sorta di «banca» gestita dal Comune dove si incontrano domanda e offerta. La legge Veneto 2050, approvata con l’intento di migliorare l’estetica e l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare grazie ad una serie di premialità, stabilisce che è possibile ampliare un edificio esistente fino al 60% solo se si ricorre ai crediti edilizi; allo stesso modo, chi demolisce e ricostruisce può arrivare a raddoppiare il volume di partenza (più 100%) solo se acquista i crediti.
L’algoritmo preparato dalla Regione servirà ai Comuni per a dare a questi crediti il loro giusto valore, in base al punto in cui verranno utilizzati (si ricorrerà ai parametri Omi e Imu). Inoltre, «l’atterraggio» delle volumetrie sarà ponderato: se ad esempio l’edificio demolito misurava 500 metri cubi, e si trovava nella campagna jesolana, questi diventeranno 450 a Jesolo paese, 400 in «terza strada» (la grande arteria che corre alle spalle dell’abitato del Lido), 350 fronte mare. «Saranno quindi i Comuni a stabilire dove vogliono creare maggiore densità abitativa e dove invece no, magari anche con l’obiettivo di calmierare i prezzi» spiega Calzavara. La speranza è quella di fare tutti contenti: l’ambiente, grazie all’abbattimento di ruderi ed ecomostri e il ritorno al verde; i proprietari dei suddetti ruderi, che possono sperare di ricavare qualche soldo da immobili che non valgono più nulla; i futuri utilizzatori dei crediti, che così potranno sfruttare al massimo i bonus edilizi contenuti nella legge Veneto 2050; e i Comuni, che potranno così riqualificare il loro territorio disponendo di uno strumento di programmazione urbanistica ulteriore.
«Il regolamento attuativo andrà in commissione Urbanistica giovedì (domani, ndr.) - conclude Calzavara - poi verrà portato in giunta dall’assessore Cristiano Corazzari per il varo definitivo. In questo modo “Veneto 2050” diventerà operativa in tutto e per tutto».
Ritorno al verde Calzavara spiega che grazie ai crediti «sarà possibile riqualificare intere aree»