Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Sperperava perfino i soldi per l’asilo»
STANGHELLA (PADOVA) «Mohamed era un grande operaio: lavorava per sei ed era sempre stato affidabile. Poi, certo, ogni tanto mi è capitato di sorprenderlo al bar mentre spendeva i soldi alle slot machine. E allora mi infuriavo e gli tiravo dei gran ceffoni dicendogli che doveva smetterla di buttare lo stipendio in quel modo...».
Il titolare dell’azienda per la quale ha lavorato Mohamed Barbri, è un uomo corpulento che ha sempre fatto di tutto per sostenere il suo operaio. «Fui io a dargli la casa in cui abitava con Samira e la figlioletta. Se c’era da aiutarlo, lo facevo volentieri anche perché mia madre era innamorata pazza della sua bambina».
Oltre alla dipendenza dal gioco d’azzardo, l’imprenditore (che chiede di restare anonimo) notò anche le tensioni tra quel suo operaio marocchino e la moglie. «Lui era gelosissimo e questo li portava a litigare. Un giorno Samira raggiunse Mohamed al lavoro e lei lo accusò di aver speso tutto, lasciandola senza neppure i soldi per pagare la retta dell’asilo... Alla fine, come a volte accadeva, intervenni anticipandogli parte dello stipendio».
Nel primo pomeriggio di ieri, nel cortile della casa immersa nella campagna di Stanghella, in cui fino a tre mesi fa abitava la famiglia Barbri , è arrivato anche Azadine Elmabhi, il cugino del presunto assassino di Samira El Attar. «Il 31 dicembre, il giorno prima di allontanasi dall’Italia e raggiungere la Spagna, Mohamed mi chiese cento euro in prestito ma non gli diedi un soldo», racconta. Anche lui ammette di nutrire dei sospetti, ma spera ancora che la donna sia viva e suo cugino innocente. «Da quel che so prosegue - avrebbe detto di essere andato in Spagna proprio per cercare di ritrovare Samira, non certo per scappare dai carabinieri. Ad ogni modo, se davvero è stato mio cugino a uccidere sua moglie, spero che almeno adesso trovi il coraggio di dire la verità e riveli dove è nascosto il cadavere». La preoccupazione ora è per la figlia di Mohamed e Samira: «Ha 4 anni, mi chiede continuamente del suo papà. Per ora le diciamo che tornerà presto .... »