Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
IL NOSTRO BICCHIERE DI SMOG
Per avvelenare i topi si usa un veleno inodore che agisce a distanza di tempo dall’ingestione. Proprio come fa lo smog con gli uomini, che a differenza dei topi si avvelenano da soli.
Non sentiamo mai abbastanza un pericolo che non fa male subito e non si vede, come l’ipertensione o il colesterolo alto. Nessuno comprerebbe un’auto usata da un uomo che per abbassare il colesterolo non mangia i tortellini alla domenica (e si ingozza di toast bruciacchiati nei giorni feriali) o da uno che dà la colpa del proprio colesterolo alla moglie. Non ci fidiamo di un uomo così: però anche nel Nordest insistiamo nelle domeniche ecologiche e crediamo che l’inquinamento sia sempre colpa di qualcun altro. Soffriamo di un doppio abbaglio percettivo: pensiamo che l’aria sia sempre peggiore (e non è vero, rispetto a dieci anni fa il biossido di zolfo è quasi scomparso e altre polveri sottili come Pm 10 e Pm 2,5 si sono ridotte) e non immaginiamo nemmeno quanto sia letale.
Se sapessimo che ogni anno in Europa muoiono più di quattrocentomila persone per malattie causate dallo smog ci daremmo una mossa. Come topi, evitiamo la trappola col formaggio ma non riconosciamo un veleno più sottile, le polveri. Che non causano solo tumori o gravi malattie respiratorie infantili ma impregnano il sangue, il cuore e il cervello, tanto che chi abita nei pressi di strade trafficate ha un rischio aumentato di infarto, ictus e Alzheimer.
Per questo chiamiamo le strade arterie, che si ammalano di smog come altre arterie si ammalano di colesterolo. L’aria non peggiora (si stava peggio con il riscaldamento a legna e le auto non catalizzate), migliora la nostra capacità di stimarne l’insalubrità. Come il colesterolo, lo smog non è aumentato negli anni ma ora sappiamo quanto faccia male e viviamo abbastanza a lungo per patirlo (quando morivamo a 50 anni di polmonite non potevamo avere un infarto a 60). In fondo non esiste una soglia delle polveri sottili come non esiste una soglia magica del colesterolo. Per convenzione si danno i numeri, per ragioni economiche e pratiche; si bloccano le auto quando le polveri sottili superano i 50 microgrammi per metro cubo d’aria, come si dà la medicina quando il colesterolo supera i 200 mg per decilitro di sangue. In realtà lo smog come il colesterolo dovrebbe essere il più basso possibile tutti i santi giorni dell’anno. Le misure di emergenza, i blocchi del traffico sono palliativi per le masse mentre la vera terapia è lo scatto etico individuale. L’aria è solida e liquida come un bicchiere che beviamo ad ogni respiro. Il veleno di quel bicchiere dipende da chi lo beve.
Lo smog è come il Pil, il 40% della penisola si concentra nella pianura padana per merito e colpa di agricoltura, commercio e fabbriche. Ma ogni casa, ogni condominio è una fabbrica: un edificio che d’inverno sputa nell’aria polveri di caloriferi febbrili; un posto dove ogni mattina escono uomini accaldati per salire su auto e motocicli (molti) e altri che inforcano scarpe e biciclette (pochi); posti dove arrivano continuamente camion e camioncini per portare pacchi e pacchettini, anche un solo pezzo, uno shampoo che abbiamo comprato con un click per risparmiare 1 euro anche se ci farà morire tre anni prima.
Lo smog è un misto inglese di fumo e nebbia, di smoke e fog, ed è pure un acronimo italiano: si muore oggi, già. Non possiamo sempre aspettarci qualcosa dagli altri e dal governo per una malattia individuale, una polvere che ci cresce nel sangue. Sarebbe bello avere in macchina o nel cellulare, al posto del contachilometri o del contapassi, un contasmog che ci mettesse paura come il colesterolo quando supera i 200. E’ utopia forse, sempre meglio della distopia dei topi ignoranti. Per prevenire l’infarto del miocardio e l’infarto dell’aria si può iniziare da piccole cose. Una felpa, un paio di scarpe, una bicicletta e il cuore al posto del motore.