Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Boom crisi familiari: decine alla Caritas (che cerca psicologi)
VICENZA Dopo dodici anni di sostegno psicologico agli «ultimi», lo sportello di sostegno psicologico della Caritas di Vicenza dà vita ad un corso per accogliere nuovi psicologi volontari. I numeri del bisogno, del resto, parlano chiaro: «Anche nel 2019 abbiamo assistito 61 singoli e coppie in situazioni di sofferenza» spiega Serena Bimbati, coordinatrice del servizio.
Il corso di formazione, aperto a psicologi laureati già specializzati o in fase di specializzazione, inizierà mercoledì prossimo nella sede Caritas di via Torretti con un incontro con il direttore don Enrico Pajarin. Seguiranno altre sette serate incentrate sull’ascolto, sulla creazione di relazioni di aiuto e altri temi che i volontari si troveranno ad affrontare nello sportello. Famiglie e singoli vi accedono a fronte di piccole donazioni, fino a dieci euro a seduta, e si trovano di fronte a degli specialisti - oggi 12 in tutto - che offrono loro un percorso di accompagnamento. «Dal 2008 ad oggi, molto è cambiato. Anche nelle persone che si rivolgono a noi - osserva Bimbati - sempre più giovani». Per circa il 30 per cento, l’anno scorso le persone che hanno chiesto aiuto (tutte maggiorenni) avevano meno di 34 anni. E quasi il 28 per cento era nella fascia dai 45 ai 54 anni, «quella forse di maggior fragilità, l’età in cui spesso la coppia si separa, la carriera non continua bene come si sperava, o si perde il lavoro e non si riesce facilmente a ricollocarsi». I casi però, oggi come ieri, sono soprattutto richieste di aiuto per problemi di relazione: fra genitori e figli, mogli e mariti, fratelli o parenti. Ma negli anni, l’attività del servizio psicologico ha riscontrato anche evoluzioni in meglio. «Dodici anni fa commenta Bimbati - otto pazienti su dieci erano donne, e gli uomini si presentavano molto imbarazzati. Oggi si è alla pari e sembra che anche i maschi abbiano accettato come normale la necessità di chiedere aiuto: è positivo».
Le attività La coordinatrice: «Nel 2008 erano le donne a rivolgersi a noi, oggi la metà sono uomini»