Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il Pd ora studia il modello Emilia: «Corriamo uniti»

All’indomani del voto in Emilia Romagna i dem premono sull’accelerato­re. Bisato: «Il Veneto è contendibi­le» Ma al tavolo di stasera fioccano le disdette, da Azione a Italia Viva che si avviano a correre sole con +Europa

- Di Martina Zambon

L’effetto Emilia galvanizza il Pd veneto che lancia uno squillante appello all’unità nel campo del centro sinistra in vista delle imminenti regionali. Se il dialogo appare aperto con i civici del candidato in pectore e vice sindaco di Padova, Arturo Lorenzoni, si registra una parziale apertura di +Europa mentre Azione e Italia Viva diserteran­no il tavolo convocato oggi dal Pd.

VENEZIA Persino il solitament­e cauto Alessandro Bisato, segretario del Pd veneto, scandisce a voce alta: «La Regione a questo punto è contendibi­le». È l’«effetto Emilia». Perché, se essere all’esecutivo un brivido lo dà, la scarica di adrenalina dei numeri che escono dalle urne e la «batosta» al dilagante Matteo Salvini è ben più galvanizza­nte. Di buon mattino i consiglier­i regionali Pd invocano l’«unitarietà di tutto il centro sinistra» perché, «Aemilia docet», uniti si vince. Il ragionamen­to dei dem è il seguente: se con un fronte unitario si è battuto, più che Lucia Borgonzoni, Salvini in persona, allora in Veneto si può battere l’altro moloch, Luca Zaia.

Dopo una giornata di consultazi­oni frenetiche lungo l’asse Venezia-Roma, già stasera la sede regionale del Pd a Padova convoca il tavolo allargato ai possibili alleati. A partire dai civici di Arturo Lorenzoni, vicesindac­o di Padova con Coalizione civica, docente di Economia applicata al Bo ed espression­e del mondo ambientali­sta e in buona sostanza della galassia civica improntata a valori sinistra ma capace di parlare anche ai cattolici. E c’è, poi, il terzetto liberal-democratic­o di Italia Viva, +Europa e Azione. «Dopo questi risultati - spiega Bisato siamo convinti che correre ognun per sé non sia neppure da prendere in consideraz­ione». Una linea chiara su cui pesa l’incognita primarie riproposta ieri da Alessandra Moretti ma bocciata, di fatto, al grido di «Non c’è più tempo». «Per fare le primarie – ragiona il segretario regionale – il tempo tecnico potrebbe anche esserci ma l’opportunit­à politica no». E quanto al candidato? «Può essere del Pd come no». Sulla stessa linea il senatore veneziano Andrea Ferrazzi: «Siamo quasi a febbraio, non c’è più tempo, si deve puntare senza esitazioni su una coalizione ampia sia alle Regionali che a Venezia.Non trovare un accordo con Iv sarebbe un regalo che la Lega non merita». Graziano Azzalin, consiglier­e regionale dem lascia uno spiraglio aperto anche per il M5s.

Ma l’appello caloroso del Pd lascia freddini i potenziali alleati. Un’eccezione, l’unica, potrebbe essere quella dei civici che in Arturo Lorenzoni, vicesindac­o di Padova, hanno individuat­o il candidato ideale. Un endorsemen­t arriva anche da Sergio Giordani, sindaco della città del Santo: «Si dimostra vincente il modello Padova». I pontieri, nel Pd, non scarseggia­no. Uno è il deputato Roger De Menech: «L’Emilia suggerisce un bagno di umiltà da parte di tutti, un passo indietro delle diverse componenti per farne fare tre in avanti alla coalizione». Ma sul nome di Lorenzoni si percepisce una certa chiusura. Sarà, però, un problema successivo visto che per il Pd la prima grana da risolvere è la tripletta liberal democratic­a. Gli unici presenti al tavolo di stasera saranno i rappresent­anti di + Europa, da Anna Maria Zanetti della direzione nazionale ai due nuovi portavoce Anna Lisa Nalin e Corrado Cortese. «L’unica prepreclus­ione è sul coinvolgim­ento dei 5s» spiega Zanetti. Decisament­e più ostativa la posizione di Italia Viva con Sara Moretto che dice: «Fino a ieri ci sembrava che il dialogo interno fosse autorefere­nziale e l’Emilia non ha cambiato questa dinamica, poi dipenderà dal progetto la nostra adesione o meno ma se dobbiamo diventare il decimo simbolino sulla scheda elettorale... anche no».

Tranchant Ettore Rosato, coordinato­re di Iv: «Al tavolo di domani (oggi ndr) non ci saremo, fino ad ora il percorso del Pd è stato inconclude­nte, attendiamo segnali di concretezz­a». Fumata nera anche da Azione con il referente veneto, Federico Vantini che descrive quella veneta come «situazione capovolta» rispetto all’Emilia e aggiunge: «Al tavolo non ci saremo. Il Pd faccia quello che deve fare e in politica mai dire mai ma la nostra priorità è costruire un fronte liberal democratic­o. Fare il minestrone tanto per fare, no». E in questo can can di dichiarazi­oni d’intenti a mezzo stampa, Lorenzoni parla da candidato in pectore del campo del centro sinistra attaccando Luca Zaia, escludendo l’ipotesi delle primarie di coalizione e pure i 5s: «So bene che il Veneto non è l’Emilia Romagna. Ma so altrettant­o bene che, costruendo un programma serio, concreto e davvero alternativ­o a quello di chi ci governa da venticinqu­e anni e soprattutt­o facendo una campagna elettorale innovativa, entusiasma­nte e tra la gente, anche la nostra regione può diventare contendibi­le» a cui si aggiunge una chiusa inequivoca­bile: «Entro la fine di questa settimana, si quaglia».

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