Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Investimen­ti truffa ai clienti Bancario fa sparire 4 milioni

Contabilit­à parallela e schema Ponzi: ex funzionari­o di Veneto Banca indagato

- Milvana Citter

RIESE PIO X (TREVISO) Per anni ha raccolto il risparmi di im- prenditori e piccoli artigiani, proponendo investimen­ti su carta intestata della banca che, in realtà, non esistevano. Sessant’anni, funzionari­o della filiale di Veneto Banca di Riese Pio X, nel Trevigiano, per anni ha gestito in proprio denaro di ignari clienti, con il miraggio di ottimi interessi. Il bancario non faceva altro che applicare il cosidetto «schema Ponzi»: pagava con i soldi dei nuovi investitor­i gli interessi di quelli «più vecchi», dando a vedere una redditivit­à in realtà inesistent­e.

RIESE PIO X (TREVISO) Anche quando Veneto Banca è passata a Intesa Sanpaolo ha continuato a rassicurar­e i propri clienti: «State tranquilli. I vostri investimen­ti sono sicuri. Niente a che fare con le operazioni contestate. Sono azioni e titoli sicuri». E, per confermarl­o, consegnava loro rendiconti e documenti col logo della nuova banca. Per questo artigiani e piccoli imprendito­ri hanno continuato a fidarsi di lui, tanto da consegnarg­li somme di denaro contante per nuovi investimen­ti. Ma R.B., ex funzionari­o di sessant’anni, quegli investimen­ti per oltre 4 milioni di euro (ma si sospetta che la conta possa essere addirittur­a il doppio) non li aveva mai sottoscrit­ti. E, anzi, dopo che l’ex Popolare di Montebellu­na era passata di mano, era stato messo in prepension­amento, ma per mesi avrebbe continuato a truffare i clienti, girando i soldi in conti e titoli a suo nome. Denaro che avrebbe speso o fatto sparire, visto che oggi risultereb­be nullatenen­te.

A far saltare il banco è stato un cliente, che chiedendo di sbloccare gli investimen­ti si è scontrato con le reticenze del «funzionari­o», fino a scoprire che tutti i suoi soldi erano spariti. Così è scattata l’inchiesta, che vede il 60enne indagato per truffa. Ammontano a una decina i clienti che si sono già rivolti ai carabinier­i per denunciarl­o, ma la conta potrebbe salire, perché la carriera dell’ex funzionari­o è iniziata negli anni ’9,0 quando, da dipendente della filiale di Riese Pio X di Veneto Banca, ha iniziato a tessere la propria rete di contatti.

Rapporti profession­ali diventati spesso amicizie, tale era la stima e la fiducia che i clienti riponevano nel bancario, affidandog­li denaro contante, e quindi non tracciabil­e, da investire. Era lui stesso ad andare a casa dei clienti, a raccoglier­e le somme e sottoscriv­ere i contratti. Nulla a che vedere con le azioni di Veneto Banca e le operazioni «baciate» che hanno fatto franare l’ex Popolare. Il 60enne proponeva pacchetti azionari e titoli. In cambio rilasciava ricevute e contratti su carta intestata, all’apparenza assolutame­nte legittimi. Per anni, artigiani e piccoli imprendito­ri hanno dato all’uomo i loro risparmi. E lui, ogni anno, quando mancava poco a Natale, andava a trovarli, consegnand­o puntuali resoconti che riportavan­o la cifra investita, i tassi e gli interessi maturati.

Tutto bene per anni. Anche quando qualcuno di loro chiedeva di rientrare dell’investimen­to. Questo perché il 60enne, con l’ormai consolidat­o «schema Ponzi», avrebbe preso a un investitor­e per dare a un altro. Con i soldi dei nuovi clienti avrebbe, infatti, saldato i conti dei vecchi, andando avanti indisturba­to anche quando, nel 2017, il default della banca di Montebellu­na ha portato al fallimento e alla cessione a Intesa Sanpaolo. Il funzionari­o ormai 60enne è finito tra i dipendenti in prepension­amento ma, nonostante questo, avrebbe continuato con il suo modus operandi e tenendo i rapporti con i clienti che, anzi, avrebbe rassicurat­o: «Mi hanno trasferito a Mestre ma tranquilli, non cambia nulla». E infatti i resoconti hanno continuato ad arrivare, precisi e dettagliat­i come sempre. Unica differenza, l’intestazio­ne dei documenti, non più Veneto Banca ma Intesa Sanpaolo, sede di Mestre. Tutto bene fino alla metà del 2019, quando le richieste di rientrare da parte degli investitor­i aumentano. Il 60enne avrebbe tergiversa­to ancora ma, questa volta, uno dei clienti ha capito che qualcosa non andava e si è rivolto ai carabinier­i. Così è scattata l’indagine, tuttora in corso.

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Ponzi
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