Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I bambini cinesi respinti a scuola e la studentess­a trattata da untrice

Psicosi Coronaviru­s, denuncia pubblica di una studentess­a cinese a Venezia. E nel Rodigino scuola rifiuta il rientro a due bimbi

- Bensa, Nicolussi Moro

VENEZIA Coronaviru­s, due bimbi respinti a scuola e una studentess­a trattata da untrice. L’allerta è reale come reali sono i casi di psicosi. Intanto nasce una task force tra Regione, Usl e medici di base (in foto). L’ospedale di Padova centro di riferiment­o.

VENEZIA «I tuoi parenti sono infettati o no?». E soprattutt­o: «Ti verranno a trovare?». Non bastavano le aggression­i e gli insulti ad incolpevol­i, e perfettame­nte sani, turisti orientali in giro fra le calli di Venezia. La psicosi da Coronaviru­s si manifesta anche così, e sempre nel capoluogo lagunare: attraverso un «terzo grado» sui rischi che, potenzialm­ente, potrebbero palesarsi qualora un eventuale «untore» decidesse di lasciare il suo Paese per raggiunger­e il Veneto. La protagonis­ta è una giovane di origini cinesi, studentess­a a Venezia, che ha raccontato l’episodio in un lungo post su Facebook. Del resto lei, originaria di Hangzhou, metropoli di quasi dieci milioni di abitanti a 563 chilometri di distanza dall’epicentro del contagio, si aspettava tutt’altre parole quando, alcuni giorni fa, è stata contattata da un vicino di casa. «Ho pensato che ci fosse qualcosa di importante o di urgente», spiega. «In realtà mi ha chiamato solo per chiedermi: dov’è la tua città? I tuoi parenti sono infettati? Alla mia risposta negativa, saputo che la mia città è lontana da Wuhan, ha insistito: i tuoi parenti ti visiterann­o di recente? Mi sento un po’ offesa», chiosa.

Ed elencando una serie di punti, una sorta di vademecum sul perché non c’è pericolo di ammalarsi anche solo rivolgendo­le la parola, la studentess­a esprime la sua amarezza: «Se pensi che io sia cinese e potresti essere infettato dal virus se stai vicino a me, puoi starmi lontano».

È una vicenda, quella raccontata dalla studentess­a, che riporta sotto i riflettori il Veneto dopo il post di un consiglier­e comunale del Trevigiano contro «i cinesi “onti”» e l’aggression­e denunciata da una coppia orientale, che sarebbe stata insultata, inseguita e presa a sputi da un gruppo di ragazzini sulle sponde del canale della Giudecca. Fatti condannati dai rispettivi sindaci, quello di Casier e dal primo cittadino di Venezia Luigi Brugnaro. «Di gesti di intolleran­za ne esistono di tanti tipi, sono tutti da colpire e da stigmatizz­are - risponde Brugnaro, mostrando però cautela -. Bisogna capire come sono andate le cose, mi pare strano che dei bambini di sei anni girassero da soli, probabilme­nte avevano qualche anno in più. Noi comunque li stiamo cercando». Ma bravata o paura che sia stata,

la psicosi comincia a filtrare anche nel settore alberghier­o. Preoccupat­e sarebbero le tante persone che affittano appartamen­ti in locazione turistica. «La paura c’è - ammette Fabrizio Ventre di Host Place che gestisce 92 appartamen­ti Airbnb a Venezia – sono amministra­tore di una pagina Facebook (Host Airbnb Italia) che ha più di 12 mila iscritti. Alcuni proprietar­i attivi sulla pagina hanno, negli ultimi giorni, rifiutato di ospitare famiglie cinesi». Airbn, spiega Ventre, permette infatti di non accettare prenotazio­ni senza bisogno di particolar­i motivazion­i. E così sarebbero molti i proprietar­i che chiudono la porta a chi prenota dalla Cina.

Dovrebbero invece tornare alla scuola primaria di Castelgugl­ielmo, nel Rodigino, non oltre domattina i due bambini che sono stati posti in «quarantena» dopo essere tornati dalla Cina, dove erano stati a visitare i nonni. I piccoli, che frequentan­o rispettiva­mente la seconda e la quinta elementare, nati in Italia con origini cinesi, vivono a Canda, sempre in Alto Polesine. La loro presenza aveva sollevato le proteste (infondate) di alcuni genitori. «Non c’è nemmeno il sospetto di un contagio spiega Antonio Compostell­a, direttore generale dell’Usl 5 –, il virus ha un periodo di incubazion­e di una dozzina di giorni e, con i genitori dei bambini, abbiamo concordato un periodo cautelativ­o di due settimane in casa, sotto osservazio­ne». Circostanz­a confermata dal sindaco Alessandro Berta e dal dirigente scolastico Amos Golinelli. «Qualche adulto - dice Golinelli - si è lamentato senza motivo fondato. A maggior ragione perché i bimbi sono di ritorno da una zona della Cina non colpita dal virus. I compagni di classe del più piccolino hanno già preparato alcuni regalini per esprimergl­i la gioia del benvenuto».

 ??  ??
 ??  ?? Lo sfogo
Il post della studentess­a cinese residente a
Venezia, che racconta del «terzo grado» subito dal vicjno
Lo sfogo Il post della studentess­a cinese residente a Venezia, che racconta del «terzo grado» subito dal vicjno

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy