Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Calzedonia corre Più 2,4 miliardi lo scorso anno
Nel 2019 cento milioni in più (+4,7%) con l’estero. Ma in Italia 50 nuovi negozi
Calzedonia sfonda il tetto dei 2,4 miliardi nel 2019, tra estero ed e-commerce. La crescita messa a segno nel
2019, +4,7%, inverte la rotta del
2018.
VERONA Calzedonia sfonda il tetto dei 2,4 miliardi nel 2019, tra estero ed e-commerce. La crescita nell’anno appena concluso, +4,7%, inverte la rotta del 2018, quando il fatturato del colosso della moda accessibile di Sandro Veronesi era incappato per la prima volta in uno stop, arretrando dello
0,5%. Segno che la progressione del gruppo scaligero ritrova smalto, sempre più grazie all’estero. In una situazione, tuttavia, in cui, per paradosso, fa quasi più notizia la crescita che il gruppo ancora estrae in un Paese fermo come l’Italia. La lettura arriva dai dati preliminari delle vendite 2019, diffusi ieri: hanno toccato i 2.411 milioni di euro, 108 in più dei
2.303 del 2018, anno di leggera discesa rispetto ai 2.314 milioni 2017.
È ancora la proiezione estera decisiva: la percentuale di ricavi qui sale dal 55% al 56%. In numeri, vista la crescita, i ricavi esteri passano da 1.266 a 1.350 milioni, 84 dei 108 milioni in più, +6,6%. Crescita tripla rispetto all’Italia, dove il gruppo sale ancora di 24 milioni, +2,3%, da 1.036 a 1.060 milioni. Pur se qui andrà valutato il peso delle enoteche di Signorvino (17 i punti vendita), in cui Sandro Veronesi è affiancato dal figlio Federico. L’attività è ancora tutta in Italia e si valutano proprio nel 2020 le prime aperture all’estero, a partire dall’Europa dell’Est, «dove la passione per il vino e il Made in Italy - spiega la nota diffusa ieri - cresce in modo esponenziale»: le attese dichiarate in autunno erano per 3-4 aperture estere da affiancare ad altre 6-7 in Italia. E le ultime proiezioni sul 2019 parlavano di ricavi attesi per 35 milioni, da far salire a 50 già nel corso del
2020.
Certo, fa quasi più notizia la crescita in Italia, rispetto all’estero, dove comunque Calzedonia ha di fronte una prateria potenziale. Italia dove tra l’altro il gruppo veneto intensifica il proprio sforzo: nel 2019, delle aperture di nuovi negozi (come saldo netto tra aperture e chiusure) 50 sono state in Italia su 188 totali, quando nel
2018 le nuove aperture erano state 217 e solo 10 di queste in Italia.
L’espansione in casa passerà attraverso lo sviluppo dei negozi ad insegna Intimissimi uomo, Atelier Emé, e ancora di Signorvino; ma anche attraverso «l’attività di riqualificazione e ammodernamento dei punti vendita esistenti di Calzedonia, Intimissimi e Tezenis». I punti vendita totali nel 2019 sono saliti a 4.859, 1.756 in Italia e 3.103 all’estero. Gli investimenti sono stati di 200 milioni, tra rete commerciale, commercio elettronico e stabilimenti (oltre all’Italia, con Falconeri, i siti produttivi sono sparsi tra Croazia, Bosnia e Serbia, Romania e Bulgaria e poi Sri Lanka ed Etiopia, aperto lo scorso anno).
Proprio sull’estero, il gruppo continuerà a puntare «perseguendo una politica di consolidamento nei principali mercati europei», mentre «i piani ambiziosi», come recita la nota emessa ieri, continuano a riguardare Stati Uniti, Cina e Giappone, dove si sono concentrate le aperture dello scorso anno (a fianco di un impegno in Europa in Russia, Germania e Francia). Nel 2019 prime aperture di Falconeri in Spagna, Francia, Cina, Giappone e Stati Uniti. Ma intanto anche Calzedonia fa i conti con lo sviluppo delle vendite via Internet, «in continua crescita» nel 2019, grazie a investimenti «sulle infrastrutture tecnologiche e digitali, con l’obiettivo di integrare punti vendita e vendite on-line».