Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Omicidio di Montegaldella il pm: il camionista a processo
La difesa non potrà chiedere riduzioni di pena
MONTEGALDELLA Il pubblico ministero Hans Roderich Blattner, chiuse le indagini preliminari, ha chiesto il processo per Luigi Segnini, il camionista di Torri di Quartesolo che lo scorso 8 giugno a Montegaldella ha ucciso la sua ex convivente e ridotto in gravi condizioni il collega di lei, rivolgendo poi lo stesso coltello contro se stesso, tentando di farla finita. E con le aggravanti contestate, dalla premeditazione ai futili motivi alla crudeltà, per il numero delle coltellate (19) inferte anche quando la vittima era già morta, sarà un processo da Corte d’Assise, con giudici togati e popolari. Con la riforma in tema di femminicidio l’avvocato Paolo Mele junior non potrà infatti chiedere il processo con rito abbreviato per ottenere lo sconto di un terzo in caso di condanna. Sempre che il giudice Massimo Gerace, nell’udienza preliminare fissata per il 6 maggio, non ritenga quelle aggravanti insussistenti. Nella stessa udienza potranno costituirsi parte civile i famigliari di Marianna Sandonà e lo stesso collega sopravvissuto, il padovano Paolo Zorzi. A delineare con tratti decisi e inequivocabili il quadro accusatorio nei confronti del camionista ancora in carcere - che risponde di omicidio e tentato omicidio - è stato il file audio estrapolato dal telefono della vittima , che su consiglio di un amico aveva acceso il registratore dello smartphone che aveva in tasca mentre l’ex stava ultimando il trasloco, caricando i suoi oggetti dal garage all’auto. Un audio che smentisce alcune dichiarazioni rese a settembre da Segnini, 38 anni, al pubblico mistero, come il fatto ci sarebbe stato un litigio con la ex che lo avrebbe anche provocato e che avrebbe innescato la furia omicida. Ma non ci sarebbe stata alcuna «scintilla» per portarlo ad usare quel coltello che per la procura avrebbe avuto già con sè. Segnini, come emergerebbe dal file, avrebbe agito in modo inaspettato, di sorpresa. Nella registrazione si passa dal silenzio alle urla strazianti. Della 43enne di Grisignano e del collega che ha tentato di difenderla e che è stato colpito a sua volta. E poi, alla fine della «mattanza», le parole pronunciate con disprezzo dall’assassino: «Hai visto? Hai visto ..?» etichettandola la donna uccisa con un’espressione offensiva, denigratoria.