Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Confronto duro E l’Ad Trocchia: «Solidarietà a Longarone»
PADOVA Nessun passo avanti nella vertenza Sàfilo. Per Cgil, Cisl e Uil è questo il bilancio dell’incontro che si è svolto lunedì al ministero per lo Sviluppo economico con l’Ad, Angelo Trocchia (nella foto sopra il titolo).
I sindacati evidenziano infatti ancora una mancanza di informazioni, da parte dell’azienda, sugli elementi che dovrebbero sostenere la necessità di dichiarare 700 esuberi e chiudere lo stabilimento di Martignacco (Ud). Viene anche riferito che al Mise «ci sono stati momenti di duro confronto con la società, la quale ha continuato a sostenere le scelte annunciate. Abbiamo ribadito che c’è un patrimonio umano e professionale che va salvaguardato e non può essere liquidato senza un confronto chiaro e serio tra le parti». Un terzo passaggio al Mise dovrebbe avvenire intorno al 10 febbraio, mentre per mercoledì 5 le parti si confronteranno in un vertice a Padova.
Tutto questo mentre Safilo ufficializza la proposta che fino a ieri era a livello di indiscrezione. Si può dialogare sulle «modalità di utilizzo della Cassa integrazione straordinaria» per Martignacco e sulla possibilità di incaricare «un advisor specializzato nella ricollocazione industriale del sito friulano», è il contenuto di una nota inviata dall’azienda, ma è fondamentale che a Longarone si accetti al più presto l’applicazione dei contratti di solidarietà e si riduca la capacità produttiva. Il sito friulano cioè potrebbe continuare a operare per qualche mese in più e lasciare così margini di manovra adeguati al soggetto incaricato di cercare possibili compratori, purché a Longarone si riduca la produzione in modo da trasferire quote di volumi ai colleghi di Martignacco. In questo modo la Cigs potrà essere modulata, la fabbrica resterà attiva e, qualora intervenisse un acquirente, il rischio di chiusura sarebbe scongiurato.