Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Revisori, scontro tra Pmi e governo
Il sottosegretario Baretta: «Salto di qualità». Le Piccole di Confindustria: «Norma anti imprese»
VENEZIA L’obbligo di un revisore contabile «guardiano» anche nelle Pmi fa tornare gli imprenditori sulle barricate. Errico, presidente delle Piccole di Confindustria Veneto è durissimo: «Si accentua l’atteggiamento anti-imprese del governo». E l’esecutivo risponde col sottosegretario al Mef Baretta: «Sarà un salto di qualità per le piccole imprese». Intanto uno studio del Cerved promuove la norma e quantifica oltre 4 miliardi di risparmi nella prevenzione delle crisi.
VENEZIA Un revisore dei conti a tempo pieno con l’obbligo di segnalare in tempo reale mancati versamenti Iva o contributi. Un’antenna (obbligatoria anche per le Pmi) deputata a cogliere il minimo segnale di crisi aziendale. La norma, passata nei giorni scorsi nel Milleproroghe, mette in subbuglio Unioncamere e Confindustria mentre gli artigiani ci vedono un’opportunità di crescita. E proprio di «salto di qualità» parla il sottosegretario all’Economia e Finanze, il dem veneziano Pier Paolo Baretta: «Siamo un’economia di piccole e piccolissime imprese capaci di esportare all’estero o, nel caso del turismo, attrezzate all’accoglienza. In tutti questi casi un’attività di prevenzione e una sana gestione di impresa aiuta le imprese stesse a stare meglio sul mercato. Evitando, aggiungo, le inevitabili conseguenze che una crisi comporta sul piano economico e sociale per tutto il territorio. Ci saranno aggravi? Sì ma affrontare e spesso rimediare ai segnali di difficoltà per tempo sarà un salto di qualità».
Probabilmente, nella decisione, è pesato anche lo studio del Cerved che a fine 2019 valuta in 6 miliardi di euro i costi legati al giro di vite sui revisori e 8,8 miliardi di benefici dovuti al mancato uso di ammortizzatori sociali, aste e processi. E, del resto, è una direttiva Ue dello scorso anno a prevedere strumenti di allerta precoce per la crisi, anche delle Pmi. Ma Paolo Errico, presidente della Piccole di Confindustria Veneto non ci sta: «Alzeremo la voce, è un provvedimento anti-impresa, l’ultimo di tanti, inaccettabile. Certo, forse per chi sopravviverà sarà un’opportunità di crescita, riconosciamo che il principio è sano. Ma come al solito la declinazione è scollata dalla realtà di quel 93% di piccole che sono la spina dorsale del Paese. Qui stiamo cancellando il regime della responsabilità limitata e il problema dell’aggravio di costi è serio. Siamo tesi ma non solo in Veneto, mi sono già confrontato con i colleghi lombardi ed emiliani. Abbiamo già convocato i nostri consigli direttivi la settimana prossima».
Sulle barricate anche il mondo del turismo. «Il tema fa cadere le braccia, - commenta Marco Michielli, Confturismo - ci sono voluti anni per rendere le srl semplificate, snelle, per consentire all’imprenditore di avere il riparo della responsabilità limitata, di minori oneri e ora torniamo indietro. Sono io stesso revisore dei conti e mi è capitato di seguire aziende importanti. Chi sa di cosa parla non può pensare di imporre alla botteguccia gli stessi impegni di una spa con 400 dipendenti. I parametri sono troppo bassi. Nel mio settore è l’ennesima complicazione che non serviva».
I parametri li spiega da esperto Enrico Grigolin, commercialista e consigliere dell’Ordine dei Commercialisti di Padova: «Per rientrare nella norma si devono superare per due esercizi consecutivi almeno uno dei seguenti limiti: 4 milioni di ricavi, 4 milioni di attivo e 20 dipendenti. La norma consente alle imprese di strutturare meglio le intelaiature della propria gestione registrando i primi segnali di crisi. È ovvio che ci sono criticità sui costi, l’imprenditore la vede come un’invasione di campo ma potrebbe incentivare lo sviluppo di una cultura aziendale che molti imprenditori delle Pmi non hanno ancora. Ce n’è assolutamente bisogno. La crisi di impresa è come una malattia, spesso curabile se presa in tempo. Si può vedere come ulteriore balzello ma è un’opportunità. Ci sono già imprenditori che lo fanno di loro sponte». Sulla stessa linea anche Riccardo Borsari, penalista del Bo: «Chiaro che un po’ di scombussolamento lo porterà ma credo che nel medio periodo un effetto positivo questa norma l’avrà, faciliterà l’emersione della crisi. Lo vediamo tutti i giorni, intervenendo per tempo almeno alcune parti di aziende si sarebbero potute salvare». Possibilista anche la Cna il cui segretario, Matteo Ribon spiega: «Non creiamo allarmismo, cominciamo a organizzare momenti di formazione per accompagnare gli imprenditori. Strutturarsi come fossero un po’ più grandi è un’occasione».
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Pier Paolo
Baretta
Sottosegretario al Mef
Ne vale la pena Ci saranno degli aggravi nell’immediato? Probabilmente sì, ma affrontare i segnali di crisi per tempo è la strada giusta
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Paolo Errico
Presidente
Piccole
Confindustria
Così cancelliamo le Srl Qui il problema è duplice, da un lato si smantella il regime della responsabilità limitata, dall’altro si aggiunge l’ennesimo costo