Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La frase-choc: «Ho incastrato Balotelli, e ora mi faccio la Ferrari»
Il legale indagato: «La vittima di abusi, un’attrice nata». E lei: «Mario deve scusarsi»
VICENZA Dopo la telefonata (registrata) tra la presunta vittima di violenza e Mario Balotelli, l’avvocato della vicentina esulta: «Lui ha confessato. Voglio una Ferrari gialla e una blu. Abbiamo fatto cento prove: lei è un’attrice nata». Ora il legale è indagato per estorsione: avrebbe minacciato il calciatore di divulgare la telefonata se non avesse chiamato. E lei a un’amica: «Devo dire a Mario che ho un trauma».
VICENZA Non era altro che un trappolone per spillare soldi e magari - comprarsi una Ferrari. Anzi due: «Una gialla e una blu». E lui, Mario Balotelli, un po’ c’era cascato. Anche se alla fine qualche sospetto - su quella conversazione avvenuta il 15 settembre del 2017 - gli era venuto. Nell’esposto col quale il calciatore ha denunciato di essere stato vittima di un tentativo di estorsione da parte di una ragazza vicentina (con la quale aveva avuto un breve flirt) e del suo avvocato trevigiano, Roberto Imparato, si legge di «una strana telefonata: lei non mi aveva mai parlato in quel modo e avevo la sensazione fosse in presenza di altre persone. Mi diceva di non essere maggiorenne, come invece mi aveva sempre detto, ma di avere 16 anni. Poi diceva che aveva subito violenza... Ero esterrefatto».
Nella chiamata in questione, la vicentina ripercorre il loro incontro, la notte del 26 luglio 2017 nella discoteca High Club di Nizza. Lei dice: «Piangevo, secondo te perché piangevo? (...) Che poi ti dicevo sempre di smetterla, di smetterla, di smetterla e non ce la facevo...». Racconta di rapporti iniziati in modo consensuale ma proseguiti - per volere di Balotelli anche quando chiedeva di interrompere. E il calciatore sembra ammettere di aver sentito quei lamenti «e la terza volta ho visto che ti faceva male e ho smesso».
Non sapeva che la ragazza su indicazione del suo avvocato - stava registrando la conversazione per avere l’arma di ricatto necessaria a costringerlo a pagarla per il suo silenzio. Almeno questa è la tesi della procura di Vicenza che vuole processare Imparato per estorsione in concorso con la giovane cliente. Il trevigiano chiese ai legali di Balotelli 100 mila euro per non consegnare il nastro ai giornali scandalistici.
Il 18 gennaio 2018 i carabinieri della procura di Vicenza perquisiscono case e uffici dei due indagati. Sequestrano documenti, hard disk e cellulari. E mettono sotto intercettazione i telefoni. Ed è da quel lavoro investigativo, durato due anni, che emerge il «trappolone»: chat e file audio nei mesi scorsi sono confluiti nei fascicoli delle inchieste aperte da Vicenza (per l’estorsione compiuta da Imparato), dalla procura per i minori di Venezia (sempre per il ricatto, ma stavolta l’indagata è la ragazza) e dai magistrati di Brescia, che invece indagano Balotelli per violenza sessuale.
I carabinieri scovano una conversazione tra Imparato e una collega. È il 15 settembre 2017 e la informa che la cliente ha concluso la telefonata a SuperMario. «Appena finito: Imparato 1 - Balotelli 0. Registrato per 20 minuti. Voglio una Ferrari gialla... e una blu». La collega chiede cosa farà della registrazione. Lui gongola: «Confessione piena... Devo pensarci, è delicatissimo». E si lascia sfuggire una frase che getta un’ombra su tutto: «Abbiamo fatto cento prove. La ragazza è un’attrice nata». Quindi l’intera telefonata, la voce rotta dal pianto, le pause... sarebbe stata soltanto una recita. «Alla fine chiosa - Balotelli fa pena».
Sentito ieri, Imparato si giustifica: «La Ferrari? Una battuta. Io e la cliente eravamo disposti a chiudere transando tra i 60 e i
100 mila euro. Balotelli ne offrì
30 mila. Sono accordi che si fanno per evitare alle vittime il peso di un processo. I soldi spettavano a lei e il mio onorario non bastava a comprare il cerchione di una Ferrari». Perché definirla un’attrice? «Avevamo bisogno di una confessione e solo lei poteva ottenerla. Intendevo dire che aveva gestito bene le emozioni, spingendolo a parlare».
Non è finita. I carabinieri sono risaliti a un’altra chat: la presunta vittima di violenza racconta a un’amica come si dovrà svolgere la telefonata: «L’avvocato mi ha detto che devo dirgli che ho un trauma, che non dormo e che non vado a scuola... Devo dire ste cose a Mario. E gli devo dire che mi chieda scusa, almeno. Così lo becco in pieno». La persona con cui si sta confidando, azzarda: «Ma l’avvocato, che ti ha consigliato di fare?», e la ragazza assicura: «Questo. E deve registrare». Poi le spiega che una sua cugina che abita in Francia dovrà andare al High Club e trovare un buttafuori disposto a testimoniare «che urlavo e gli dicevo basta basta». È convinta di riuscire a spuntarla: «Mi basta questo. Perché lui mi ha stuprata: io ci sono stata sì, ma non per la violenza». Quest’ultima frase riassume ciò che pare emergere dagli atti delle inchieste: non è chiaro se ci sia stata o meno una forzatura da parte di Balotelli. Quel che si intuisce leggendo diverse chat, è che lei quel 26 luglio non visse gli eventi con la consapevolezza di essere vittima di uno stupro. Solo mesi dopo, quando «l’avvocato mi ha spiegato che se lui non si ferma subito allora è violenza», cambiò idea.
La vittima a Supermario Io piangevo, secondo te perché piangevo? Ti dicevo di smetterla, di smetterla, di smetterla, e non ce la facevo...
La vittima a un’amica L’avvocato mi ha detto che devo dire a Mario che ho un trauma, che non dormo e che non vado a scuola e non ho con chi confidarmi
L’avvocato/1
Ha appena finito la telefonata con Balotelli: registrato per venti minuti, confessione piena: voglio una Ferrari gialla e una blu
La spiegazione del legale La Ferrari? Una battuta. I soldi della transazione finivano alla vittima e con la mia parcella non compravo neppure il cerchione di una Ferrari