Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Defibrilla­tori a scuola, quasi pronta la legge Endrizzi: «Dispositiv­i sicuri per chiunque»

- Martina Zambon

VENEZIA Cinque preziosi minuti a separare la vita e la morte. Questo è il tempo in cui, dopo un infarto, un defibrilla­tore può fare la differenza. Dal sesto minuti i danni cerebrali sono quasi sempre fatali. Tanto drammatica quando rara, la «morte cardiaca improvvisa» è la causa prevalente di morte improvvisa nei bambini, negli adolescent­i e nei giovani adulti (fino ai 35 anni) con una maggiore prevalenza nei maschi. In Italia si stima che colpisca circa 1.000 giovani all’anno, il 15% del totale del fenomeno. Bimbi, ragazzini, giovani con patologie cardiache non note e asintomati­che. Fa la differenza quella scarica elettrica in grado di far ripartire il cuore. I numeri, aridi, raccontano un tasso di sopravvive­nza

” Celada

In Veneto molte scuole sono già dotate di defibrilla­tori ma non tutte

” Endrizzi

La legge sui defibrilla­tori è già incardinat­a in commission­e

del 2% senza defibrilla­tore utilizzato nei primi

5 minuti. Troppi anche i 12-15 minuti in cui solitament­e arriva un’ambulanza. E ogni minuto di ritardo nell’uso del defibrilla­tore diminuisce del

10% le possibilit­à di sopravvive­nza».

Una corsa contro il tempo che per la piccola Anna Modenese è stata persa. Torna, così, il tema dei defibrilla­tori nelle scuole. La direttrice scolastica del Veneto, Augusta Celada, racconta una regione «a macchia di leopardo» su questo fronte: «Molte scuole hanno anche questa dotazione, sono stati fatti dei piani per finanziare la dotazione di defibrilla­tori anche a seguito di attività di formazione per le classi. Purtroppo drammi come questo possono succedere ovunque, certo che a scuola ci si passano molte ore. Non c’è una norma che li impone ma sono molte le scuole che si sono attivate».

Un disegno di legge sull’«Utilizzo di defibrilla­tori automatici e semi automatici in ambiente extraosped­aliero» è sulla buona strada per approdare in aula. Presentata da decine di parlamenta­ri di ogni colore politico fra cui anche il ministro bellunese Federico D’Incà (5s) e un altro bellunese, Luca De Carlo (FdI) ora è incardinat­a alla commission­e Igiene e Sanità di Palazzo Madama di cui è vicepresid­ente il padovano pentastell­ato Giovanni Endrizzi: «Ci tengo particolar­mente - spiega il senatore noto anche per la sua lotta alla ludopatia - e ripeto che in Italia abbiamo una slot machine ogni 228 abitanti. Quanti sono i defibrilla­tori? C’è molta strada da fare. E a chi obietta che serve personale qualificat­o per usarli rispondo che i modelli automatici riducono i rischi al minimo mentre non intervenir­e nei primi 5 minuti porta a danni cerebrali permanenti». E nel disegno di legge (approvato in prima battuta alla Camera la scorsa estate ma vittima della «crisi d’agosto») e che li prevede in treno, aereo , bus e scuole c’è anche l’«immunità» per chi decide di tentare la rianimazio­ne. «La cultura delle manovre salvavita continua a crescere - spiega l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin - penso ai defibrilla­tori comprati per le imprese da Confartigi­anato Vicenza con i soldi delle multe Spisal. E giusto mercoledì è passata in commission­e la legge regionale sui defibrilla­tori in tutti gli impianti sportivi».

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