Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Giulio Malgara sotto processo per i guai con l’Inps
TREVISO Avrebbero usato un credito con l’Inps di 500 mila euro relativo a un’indennità da versare ai dipendenti, per compensare un debito con lo stesso ente. Ma quelle somme, per indennità di sostegno al reddito, i dipendenti della Malgara Chiari e Forti non le avevano mai ricevute. Per questo l’imprenditore lombardo Giulio Malgara e il procuratore speciale Nicola Zanetti sono finiti a processo con l’accusa di indebita percezione di erogazioni in danno allo Stato.
Il processo si è aperto ieri a Treviso per l’imprenditore, capitano d’industria noto per aver gestito importanti aziende italiane e titolare di alcuni rami della Chiari e Forti che aveva sede nella Marca. Un gruppo industriale che portò sul mercato italiano prodotti come l’olio Cuore e la bevanda Gatorade che pubblicizzò in televisione insieme ad altri prodotti come i gelati americani Haagen Dasz e i salumi Negroni. Amico di Silvio Berlusconi, in società con Raul Gardini alla guida della Ferruzzi, Malgara è stato anche presidente della Lega Basket dal 1992 al 1994. La vicenda che lo ha portato nei guai a Treviso, difeso dall’avvocato Fabio Pinelli, è quella legata alla Malgara Chiari e Forti che, all’epoca, aveva una sede legale a Verona e una a Trento.
A far scattare l’indagine che ha portato alla sbarra l’imprenditore, è stato un controllo dell’Inps del capoluogo trentino che, nel
2016, aveva rilevato come la società avesse portato a compensazione con l’ente, una somma di 500 mila euro relativa a misure di sostegno al reddito, come ad esempio gli assegni famigliari. Indennità che, sulla carta, l’azienda avrebbe anticipato per conto dell’Inps di Treviso ai propri dipendenti. Somme relative al periodo che va dal gennaio al novembre 2015. Ma che nella realtà non sarebbero mai state erogate. In questo modo la società avrebbe indebitamente utilizzato il presunto «credito», per saldare un versamento di contributi con l’ente. Un comportamento che, secondo il pubblico ministero Massimo De Bortoli sarebbe stato ordito per ottenere indebitamente l’erogazione. Per questo ha portato in giudizio Malgara e Zanetti. L’imprenditore respinge gli addebiti. «La mancata erogazione delle indennità è stata provocata dalla grave crisi di liquidità che l’azienda attraversò nel 2015. Una situazione irreversibile che, di lì a un paio d’anni l’avrebbe portata al fallimento», spiega la difesa che respinge anche l’accusa di aver effettuato dolosamente la compensazione: «Si trattò di un errore di comunicazione tra l’azienda e il consulente del lavoro che, ritenendo vi fosse stata l’erogazione dei
500 mila euro l’ha inserita a bilancio».