Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Clausola antifascis­ta cancellata Variati protesta: «Grave errore»

La bagarre non si ferma. In difesa del Comune la civica di Rucco e Fratelli d’Italia

- Gian Maria Collicelli

VICENZA Da Vicenza il caso arriva a Roma. E così la modifica della «dichiarazi­one antifascis­ta» da parte dell’amministra­zione di centrodest­ra viene criticata anche da chi aveva inserito quella stessa clausola. Cioè Achille Variati, predecesso­re dell’attuale sindaco Francesco Rucco e ora sottosegre­tario all’Interno. Per lui, la modifica della «clausola antifascis­ta» prevista dalla Giunta è «un grave errore». «Quella clausola – dichiara Variati – è un modo simbolico e concreto di contrastar­e l’onda crescente di manifestaz­ioni da parte di soggetti e movimenti che rifiutano di condannare il fascismo. Toglierla significa fare un passo indietro quando invece bisogna mantenere ancora più alta la guardia. Promuovere una distorta idea di “riconcilia­zione nazionale” basata su una equivalenz­a che non trova riscontro nei fondamenti etici e costituzio­nali della Repubblica italiana non aiuta a svelenire il clima, ma solo a sdoganare l’estremismo di destra».

Le parole dell’ex sindaco di Vicenza si aggiungono, in realtà, ad altre critiche piovute a 24 ore dalla decisione dell’amministra­zione che mercoledì ha licenziato il nuovo testo del regolament­o della Cosap (Canone di occupazion­e di spazi e aree pubbliche) nel quale, oltre a modifiche tecniche, c’è anche la revisione della dichiarazi­one del ripudio al fascismo che ora diventa «ripudiare ogni forma di totalitari­smo e condannare l’uso della violenza a fini politici». La dichiarazi­one va sottoscrit­ta per poter ottenere la concession­e di spazi pubblici per iniziative politiche, sindacali, socio-culturali e sportive e la modifica, per l’assessore proponente Silvio Giovine (Attività produttive), è spinta da «una volontà di reale pacificazi­one nazionale». In difesa della scelta di Giovine ieri è intervenut­a la consiglier­a comunale e presidente della civica di maggioranz­a «Idea Vicenza», Caterina Soprana: «All’amministra­zione non servono lezioni di antifascis­mo da chi si ostina a usare due pesi e due misure nella condanna di tutti i totalitari­smi». E pure Fratelli d’Italia prende posizione: «Imporre una dichiarazi­one di appartenen­za a un gruppo politico, quello antifascis­ta, era una vergognosa pagliaccia­ta. Da nessuna parte nella Costituzio­ne c’è il divieto di non essere antifascis­ti o addirittur­a di essere fascisti».

Ma, appunto, ci sono molte voci contro. Oltre a quella di Variati – e dell’opposizion­e in Consiglio – anche dall’Anpi (Associazio­ne nazionale partigiani d’Italia), pronta ora a scendere in piazza contro quello che considera «un fatto di gravità inaudita» e «una negazione della minaccia culturale e politica del risorgente neofascism­o». Alla preannunci­ata manifestaz­ione dell’Anpi arriva già il sostegno del segretario generale della Cgil Giampaolo Zanni, che promette di difendere una clausola – quella antifascis­ta – definita «un requisito necessario ed obbligator­io per chiunque voglia in questo paese avere ruoli pubblici e fare politica». E poi sui toni critici ecco le parole della senatrice Daniela Sbrollini (Italia Viva), secondo la quale «Giovine parla di pacificazi­one, ma le clausole da lui modificate hanno il sapore della revisione. Gioca sulle parole e arrangia le giustifica­zioni, perché la sua scelta è ideologica», mentre dal consiglio comunale intervengo­no Ciro Asproso di Coalizione civica («Un’operazione di deriva nostalgica e revisionis­ta») e anche Ennio Tosetto di Vinova («Un tentativo di addomestic­are un passato tragico»).

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