Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Palù: «L’unica vera risposta è la quarantena»
Il virologo: «Non è Ebola e non è nemmeno l’Aviaria»
«Il Coronavirus è sicuramente più contagioso della Sars, con le sue 85 mila persone infette, il 99% delle quali in Cina, ma il virus non viaggia nell’aria, se non per uno-due metri a partire dal malato». Così il virologo di fama internazionale Giorgio Palù. «La quarantena - aggiungeè l’unica vera risposta».
Farmaci e vaccini
Davanti ad un virus per cui non ci sono né farmaci né vaccini l’unica risposta è la quarantena e l’isolamento. Attenti ai contatti ravvicinati
La previsione
O si estinguerà come la Sars, con l’isolamento, oppure il virus diventerà endogeno all’uomo, finendo per tramutarsi in un raffreddore
«Vo’ Euganeo è una piccola comunità, immagino si conoscano tutti. Se qualcuno è entrato in contatto con un cinese, è bene faccia subito il tampone. E lo stesso deve fare chi, pur non avendo avuto contatti con i cinesi, manifesta febbre, tosse, congiuntivite. Gli altri possono stare tranquilli, pur rimanendo sempre vigili. Nel frattempo le autorità preposte assumeranno tutte le azioni necessarie, con controlli a tappeto utili ad individuare i contatti avuti dai due soggetti infetti».
Giorgio Palù, virologo di livello internazionale, già presidente delle Società Europea ed Italiana di Virologia, invita a non drammatizzare: «Coronavirus non è Ebola, non è Zika, non è l’Aviaria».
Eppure, professore, si sta scatenando il panico.
«L’opinione pubblica sta realizzando che erano sacrosante le drastiche misure chieste dal presidente della Regione Luca Zaia alcuni giorni fa. Sa che diceva Pasteur? “Quando conosco una malattia non mi preoccupo della cura ma di come prevenirla”. C’è un solo valore gerarchicamente superiore a tutti gli altri ed è la tutela della salute: davanti ad un virus per cui non ci sono né farmaci né vaccini l’unica risposta è la quarantena e l’isolamento. Altro
che discriminazione».
Ora che si deve fare?
«Seguire le linee guida dall’Oms: individuare la sorgente del contagio, i contatti che si sono via via propagati, sottoporre i casi sospetti alla quarantena, isolare i pazienti positivi».
Vo’ è stato chiuso.
«Il Coronavirus è sicuramente più contagioso della Sars del 2002 e della Mers del 2012, con le sue 85 mila persone infette, il 99% delle quali - è bene ricordarlo - in Cina, ma il virus non viaggia nell’aria, se non per uno-due metri a partire dal malato. Per diffondersi dev’essere collegato a materie organiche come la saliva, le goccioline secrete dalle mucose, insomma, ci vuole un contatto ravvicinato. Per essere chiari: se lei passeggia per Vo’ non rischia nulla».
Ma se tocco un infetto sì.
«Se il soggetto positivo si è soffiato il naso, lei gli stringe la mano e poi si mangia le unghie o si tocca gli occhi corre un serio rischio».
Eventuali oggetti contaminati sono pericolosi?
«Se l’oggetto è esposto all’aria e al sole la disattivazione del virus è questione di poche ore. E per infettarsi un microbo solo non basta, occorre una carica virale maggiore».
La preoccupazione è quindi eccessiva?
«Diciamo la verità, con l’influenza stagionale i casi sono molti, molti di più. Nel 2009 la pandemia di influenza si diffuse in tutti i continenti, oggi il Coronavirus è stato riscontrato in 26 nazioni».
Ma il Coronavirus sembra più letale dell’influenza.
«Lo è in Cina, dove la letalità è attorno al 2% dei casi, non nelle altre nazioni colpite, dove siamo sotto l’1%. In questo momento nel Sudest Asiatico imperversano i virus Nipah e Hendra che hanno tassi di letalità del 40% ma non generano tutto questo allarme sociale».
Perché non sono arrivati fino a noi...
«La storia della virologia insegna che più un virus si diffonde, meno è letale. Per un motivo semplice: il virus è un microbo parassita che non ha interesse a uccidere l’ospite, altrimenti si auto-estingue. I virus più dannosi non sono quelli che passano dall’uomo all’uomo ma quelli che fanno il salto di specie improvviso, dall’animale all’uomo, come l’Hiv, che fu trasmesso da uno scimpanzè».
Ma il Coronavirus non è partito da un pipistrello?
«Certo ma per anni, prima di passare a noi, è stato ospitato da soggetti intermedi. Lì ha sviluppato la sua spiccata affinità con l’uomo, diventando particolarmente contagioso. Tenga conto che oggi conosciamo altri quattro Coronavirus umani, tutti partiti da animali. Sa cosa sono? Comuni raffreddori».
E adesso che succederà?
«Conosciamo la sequenza del virus, da una settimana dieci laboratori nel mondo stanno preparando i vaccini, si stanno studiando i farmaci. Si dovrà capire quanto si modificherà nell’uomo ma delle due, l’una: o si estinguerà come la Sars, grazie alla quarantena e all’isolamento, oppure il virus diventerà endogeno all’uomo, finendo per tramutarsi, come gli altri Coronavirus, in un raffreddore».