Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il sindaco di Ischia non si pente «Ma quale razzismo, giusto fermare chi viene dal Veneto»
Pensava di fare una cosa buona, per la comunità di Ischia. Ma Enzo Ferrandino, il sindaco del più grande dei cinque Comuni dell’Isola Verde non immaginava nemmeno che quell’ordinanza (sua e degli altri quattro colleghi dei comuni isolani) che prevedeva il divieto di sbarco per i cittadini lombardi e veneti scatenasse un vero e proprio putiferio. Tanto da spingere il prefetto di Napoli, Marco Valentini ad annullarla a tempo di record.
Sindaco perché avete approvato quell’ordinanza?
«Una precauzione in virtù del contagio da coronavirus che sta colpendo alcune aree italiane»
Ma lei era convinto di quella iniziativa?
«Pienamente e lo sono ancora. Bisogna attuare iniziative che permettano di circoscrivere il virus evitando che si espanda. Ma il prefetto l’ha annullata».
Crede che le iniziative messe in atto siano insufficienti?
«Cercavamo e cerchiamo di tutelare le nostre comunità rispetto ad un rischio che obiettivamente c’è. Per evitare di trasformare l’isola come la nave da crociera lasciata in quarantena in Giappone».
Non le sembra un accostamento esagerato?
«Niente affatto. Ischia ha una popolazione di 60mila abitanti, e un ospedale con soli 60 posti. Alla luce del fatto che ogni settimana approdano sull’isola migliaia di turisti, in caso di contagio cosa accadrebbe?».
E dunque era meglio chiudere Ischia ai veneti e ai lombardi. Non pensava che avrebbe scatenato, come poi è puntualmente accaduto, critiche e accuse di razzismo e allarmismo nei vostri confronti ?
«Non stiamo fomentando nessun allarmismo. I focolai sono individuati prevalentemente in quelle due aree in cui sono stati attuati procedimenti restrittivi. Il nostro, ribadisco, non era un atto di razzismo».
E dunque cosa pensavate di ottenere?
«Cercavamo di prendere tempo per consentire alla Regione Campania e all’Asl, con cui ci sono contatti costanti, di organizzarsi, così come avviene altrove, per predisporre controlli mirati nei porti di partenza. Un cosa che, è bene sottolinearlo, attualmente non avviene».
Il no del prefetto? Rifarei quell’ordinanza, i focolai sono individuati nelle vostre aree. Solo prevenzione
Abbiamo 60 mila abitanti, un ospedale con 60 posti, migliaia di turisti. Con un contagio cosa accadrebbe?