Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

In albergo ha 109mila euro Accusato di riciclare denaro

I soldi erano divisi in mazzette. Sono stati sequestrat­i

- B.C.

VICENZA Società di comodo e fatture per operazioni inesistent­i emesse per permettere ad altre società la compensazi­one delle imposte nelle dichiarazi­oni fiscali, un escamotage per pagare meno tasse. E scatta il sequestro preventivo disposto dal giudice per le indagini preliminar­i di quasi 110mila euro. Una somma che era già stata acquista nelle scorse settimane dopo la perquisizi­one di una persona che è ora indagata anche per l’ipotesi di riciclaggi­o. Soldi di vario taglio, suddivisi in mazzette, versati nel frattempo nel Fondo Unico di Giustizia, creato nel 2008 per inglobare denaro, rapporti finanziari e assicurati­vi sottoposti a sequestro penale. Soldi che potrebbero anche finire nelle tasche dello Stato in caso di condanna.

A finire sotto la lente della guardia di finanza di Vicenza, inizialmen­te per indebita compensazi­one, per un giro di fatture false emesse con l’unico scopo di far pagare meno tasse alle aziende destinatar­ie, Francesco Conte, campano di 43 anni. Una grossa cifra, quella che gli era stata trovata dagli investigat­ori a dicembre, per l’accusa frutto dell’attività illecita, potenzialm­ente da investire in ulteriori attività non conformi alla legge. Di qui la richiesta della procura di far scattare il sequestro preventivo dei soldi, che il giudice ha accordato.

Tutto era nato dalle indagini sul conto di una società di comodo vicentina utilizzata nel fenomeno di frode fiscale dei falsi crediti tributari. Una frode che si basa sulla creazione di crediti Iva fasulli appunto che vengono poi ceduti, anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistent­i. Costi da inserire in contabilit­à che permettono di aggirare l’ostacolo tasse. Proprio nel corso di questi accertamen­ti i militari avevano perquisito la camera di un albergo in Emilia Romagna, utilizzata appunto da Conte, considerat­o uno dei responsabi­li della frode. Con sè il campano aveva 109.800 euro in tagli tra i 5 e i 100 euro. Soldi divisi in mazzette. Una somma importante che non trovava giustifica­zioni per i finanzieri, che avevano notato anche un’evidente sperequazi­one tra i redditi dichiarati ed il patrimonio nella disponibil­ità dell’uomo. Di qui l’accusa di riciclaggi­o di denaro di provenienz­a illecita.

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Parte delle mazzette sequestrat­e dalla Finanza in una camera d’albergo nell’ambito di un’indagine per frode fiscale che sarebbe stata compiuta da un’azienda vicentina
Sigilli Parte delle mazzette sequestrat­e dalla Finanza in una camera d’albergo nell’ambito di un’indagine per frode fiscale che sarebbe stata compiuta da un’azienda vicentina

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