Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
‘Ndrangheta, un arresto a Vicenza
Operazione della procura di Reggio Calabria, il boss della cosca Alvaro è al San Pio X
VICENZA È ristretto al San Pio X per altro procedimento e lì ieri mattina è stato raggiunto da una nuova misura cautelare, lui come altre 64 persone finite nelle maglie delle articolate indagini contro la ‘ndrangheta coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Reggio Calabria. Il detenuto «vicentino», stando agli inquirenti, è il leader indiscusso della cosca Alvaro. Si tratta di Cosimo Alvaro, alias «Pelliccia», calabrese di 56 anni.
VICENZA Era ristretto in carcere a Vicenza per altro procedimento e lì ieri mattina è stato raggiunto da una nuova misura cautelare, lui come altre 64 persone finite nelle maglie delle articolate indagini contro la ‘ndrangheta coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Reggio Calabria. E il detenuto «vicentino», stando agli inquirenti, non era affatto un personaggio di poco conto, considerato leader indiscusso della cosca Alvaro. Si tratta di Cosimo Alvaro, alias «Pelliccia», calabrese originario di Sinopoli, classe 1964.
Le accuse contestate alle 65 persone (53 finite in carcere, le restanti dodici ai domiciliari) sono diverse e a vario titolo: associazione mafiosa (cosca Alvaro), reati in materia di armi e sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violazione privata e in materia elettorale con l’agevolazione della ‘ndrangheta per scambio elettorale politico mafioso. Accusa, quest’ultima, contestata anche al senatore Marco Siclari. Le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Dda di Reggio Calabria sono state eseguite dalla polizia anche al di là della Calabria e cioè, oltre a Vicenza, Milano, Bergamo, Pavia, Lodi, Novara, Pesaro, Ancona, Perugia e Genova. Per il procuratore Maurizio Vallone quella messa a segno è «un’importante operazione che ha risvolti di natura politica e per la quale abbiamo raccolto un volume di misure cautelari di circa quattromila pagine (3.650 per l’esattezza) che documentano l’esistenza in Sant’Eufemia d’Aspromonte di una struttura associativa di ‘ndrangheta che opera alle dipendenze della potente cosca Alvaro».
Le indagini avrebbero infatti portato allo scoperto l’esistenza e l’operatività nel paese calabrese di un’organizzazione mafiosa pericolosissima ed efferata, che avrebbe avuto la disponibilità di un elevato quantitativo di armi anche da guerra; che si sarebbe macchiata in passato di plurimi omicidi; che avrebbe fatto registrare danneggiamenti; trafficato cocaina e marijuana; controllato capillarmente il territorio, anche attraverso estorsioni ad imcato prenditori. Un’organizzazione talmente pervasiva che sarebbe riuscita a collocare propri rappresentanti ai vertici dell’amministrazione comunale. A quanto risulta, poi, avrebbe avuto propaggini anche in Lombardia, nel Pavese, e in Australia. Da quanto emerge nell’ordinanza Cosimo Alvaro «Pelliccia», a cui è stato contestato il delitto di associazione mafiosa, avrebbe avuto il ruolo di capo ed organizzatore della cosca, sovrintendendo alla complessiva gestione del sodalizio e assumendo compiti decisionali, regolando in tutto o in parte l’attività collettiva, con posizione di superiorità. Stando allo spacvenuto a galla è proprio a lui che sarebbero state rapportate tutte le attività illecite e para lecite svolte dalla cosca ed era il boss a dare disposizioni e ordini, anche con il sistema delle «’mbasciate», decidendo in ordine ai singoli delitti, agli investimenti e al riciclaggio dei proventi delittuosi. Una cosca capace di influenzare, è l’accusa, anche vicende squisitamente politiche, così come sarebbe stato alle elezioni politiche del 2018, quando venne eletto Senatore della Repubblica Marco Siclari, finito nell’inchiesta come indagato.