Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cento tamponi al giorno e aree definite, in ospedale è iniziata la lotta a Covid19
Richiamato dalle ferie il personale di Suem e Malattie infettive
VICENZA Non una tenda ma una struttura in muratura. L’ospedale San Bortolo isola così i casi sospetti del Covid19, il nome scientifico del corononavirus. Con il Suem 118 intasato di chiamate – una media di 600 al giorno sabato e domenica scorsi, ora 400 – e i reparti «chiave» in cui sono state annullate ferie e assenze già programmate di medici e infermieri, la macchina dell’Usl 8 è in funzione per far fronte all’emergenza. Da ieri è ripresa l’analisi dei tamponi: circa un centinaio al giorno verranno processati nei laboratori vicentini, per stabilire se il contagio sia presente o meno.
«Alle persone raccomandiamo di telefonare: al numero verde 800462340, al 118, in reparto. Telefonate prima di venire in ospedale e andate al Pronto Soccorso solo se ve lo dice il personale sanitario». Scandisce bene le parole Mario Rassu, primario di Microbiologia, e come lui le ripetono i direttori Federico Politi (Suem) e Vinicio Manfrin (Malattie Infettive). Il motivo di tante precauzioni è il timore che l’intera struttura del San Bortolo sia oggetto di un contagio intra mura, con gli stessi medici e infermieri infetti dal virus: ne seguirebbe la chiusura dell’ospedale, con complicazioni enormi per l’intera sanità provinciale.
Il «viaggio» di chi pensa di poter avere contratto il virus, quindi, inizia con una chiamata. Se al telefono viene detto di recarsi all’ospedale, l’itinerario da stamattina proseguirà in specifiche aree di pre-triage istituite fuori dal Pronto Soccorso del San Bortolo - dove è stata realizzata una stanza in muratura, in sostituzione della tenda rossa dei giorni scorsi - e con soluzioni simili negli ospedali di Arzignano, Valdagno e Noventa (dove è ancora presente la tenda). «Il pre-triage non è luogo di stazionamento ma un filtro rapido – osserva il direttore sanitario dell’Usl Salvatore Barra – chi non rientra nei criteri epidemiologici sarà fatto entrare immediatamente nel Pronto Soccorso tradizionale». Chi invece potrebbe aver contratto la malattia verrà inviato alle Malattie Infettive dove al pianterreno sono state realizzate ulteriori stanze ad hoc per raccogliere i tamponi. «Se è necessario il paziente viene ricoverato, fino a che non c’è l’esito sul tampone, altrimenti torna a casa e deve rimanere in isolamento» spiega Manfrin. Il suo reparto ha attualmente quattro persone in osservazione. Casi comunque non gravi, che si aggiungono ai 15 (tutti risultati negativi) ricoveri temporanei dall’inizio dell’emergenza. I tamponi, raccolti con ogni precauzione, vengono mandati al vicino reparto di Microbiologia.
Gli specialisti guidati da Rassu da ieri hanno ripreso l’analisi diretta, a Vicenza, dei tamponi (ad un certo punto parte del lavoro era stato spostato a Padova). «Ogni campione viene elaborato in una camera a pressione “passiva”, da cui i virus non possono uscire, poi passa all’esame su altri apparecchi che “amplificano” il Dna e lo confrontano con il virus, per verificarne la presenza» spiega il primario.
Da sabato il reparto ha analizzato 250 tamponi: a regime, da oggi, ne analizzerà 100 al giorno. «Vengono raccolti campioni solo nei casi veramente significativi» specifica lo specialista. Di «scremare» i casi sospetti da quelli che non lo sono si occupano in primis gli operatori al telefono. «Al 118 abbiamo aggiunto il quarto operatore fisso al centralino, per l’emergenza – osserva Politi – annullate ferie e permessi, il personale sta dando prova di grande dedizione e professionalità. Raccomandiamo a chi non ha sintomi di chiamare in orario diurno».
In parallelo, si sono attivati anche i farmacisti di Federfarma. Anzitutto consigliando, oltre al gel disinfettante, anche spray disinfettanti, parimenti reperibili. E poi «vendendo quantità limitate dei dispositivi più richiesti – osserva il presidente Alberto Fontanesi - dietro un cliente apparentemente molto preoccupato può nascondersi uno speculatore».
” Rassu Ai vicentini raccomando di telefonare Non intasate il San Bortolo