Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Morti quattro anziani, ma crescono i dimessi
Ieri stabili le quarantene. Santorso, via all’ospedale Covid da 60 posti. Maxi fornitura di dotazioni sanitarie
VICENZA Ospedale Covid a Santorso più vicino: in un confronto fra vertici della Usl 7 Pedemontana e dirigenti medici si fa l’ipotesi di avere 60 pazienti in terapia intensiva nel fine settimana. In provincia i numeri del coronavirus continuano a crescere (742 i positivi, 222 i ricoveri), e ieri sono deceduti altri quattro degenti a Vicenza, Santorso, Asiago e Bassano.
Nella Usl 8 i positivi salgono a 329 (erano 322). Nella Berica aumenta ancora il numero dei ricoverati, che passano da 71 a 78 di cui 25 più gravi in terapia intensiva. Altri
17 sono ricoverati a Noventa, vicini alla dimissione. Qualche notizia lascia aperto uno spiraglio di speranza: anche ieri è stato dimesso un paziente guarito (sono 18 in tutto, ad oggi) e soprattutto da tre giorni sono stabili i numeri dei sorvegliati attivi (779) e passivi (435). Ma anche ieri al San Bortolo purtroppo è venuto a mancare un ricoverato, un uomo di 86 anni di Barbarano affetto da più patologie e colpito anche da Covid-19. Tre i nuovi decessi anche nella Usl
7 Pedemontana. A Santorso è morta una donna di Valli del Pasubio di 87 anni, ad Asiago un uomo di 92 anni di Lusiana Conco, ricoverato per altre patologie, mentre al San Bassiano è deceduto un 77enne di Tezze sul Brenta, ricoverato in ospedale il 15 marzo scorso.
Nell’azienda Pedemontana i numeri del Covid-19 sono maggiori: 413 i casi positivi ad oggi (354 domenica), 127 i ricoverati (contro i 111 di domenica) di cui 60 a Santorso, 25 ad Asiago, 42 a Bassano (12 del totale sono in terapia intensiva). Anche nella Pedemontana si stabilizza il numero di sorvegliati attivi, 1519 contro i 1484 di sabato. Nella Usl 7 è forte la presenza di operatori sanitari contagiati: qui sono 110 in tutto (con sei ricoveri di medici e infermieri, non gravi), mentre nella Usl 8 sono una trentina.
A Santorso ieri è iniziato il percorso che porterà la struttura a diventare ospedale Covid di riferimento per tutta la provincia. È iniziata la riorganizzazione dei moduli assistenziali ed è stata predisposta la segnaletica. In un confronto in mattinata con i medici, il direttore generale Bortolo Simoni ha fatto presente che, pur non essendoci oggi una tale richiesta di ricoveri, l’azienda deve lavorare e attrezzarsi per essere pronta per l’ipotesi peggiore: una sessantina di pazienti in terapia intensiva il prossimo fine settimana. Intanto, nelle due aziende sanitarie in questi ultimi giorni sono arrivati dispositivi di protezione di vario tipo destinati agli operatori. Nella Usl 7 l’Azienda Zero regionale ha inviato oltre 15 mila mascherine nelle varie tipologie, 38mila camici in tessuto non tessuto, alcune centinaia di tute protettive e occhiali, 3 mila litri di detergenti per mani e disinfettanti. Alla Usl 8 Berica sono arrivati, in tutto, 75 mila mascherine, 8 mila camici, oltre ad alcune centinaia di migliaia di sovrascarpe, cuffie e guanti.