Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Morti quattro anziani, ma crescono i dimessi

Ieri stabili le quarantene. Santorso, via all’ospedale Covid da 60 posti. Maxi fornitura di dotazioni sanitarie

- Andrea Alba

VICENZA Ospedale Covid a Santorso più vicino: in un confronto fra vertici della Usl 7 Pedemontan­a e dirigenti medici si fa l’ipotesi di avere 60 pazienti in terapia intensiva nel fine settimana. In provincia i numeri del coronaviru­s continuano a crescere (742 i positivi, 222 i ricoveri), e ieri sono deceduti altri quattro degenti a Vicenza, Santorso, Asiago e Bassano.

Nella Usl 8 i positivi salgono a 329 (erano 322). Nella Berica aumenta ancora il numero dei ricoverati, che passano da 71 a 78 di cui 25 più gravi in terapia intensiva. Altri

17 sono ricoverati a Noventa, vicini alla dimissione. Qualche notizia lascia aperto uno spiraglio di speranza: anche ieri è stato dimesso un paziente guarito (sono 18 in tutto, ad oggi) e soprattutt­o da tre giorni sono stabili i numeri dei sorvegliat­i attivi (779) e passivi (435). Ma anche ieri al San Bortolo purtroppo è venuto a mancare un ricoverato, un uomo di 86 anni di Barbarano affetto da più patologie e colpito anche da Covid-19. Tre i nuovi decessi anche nella Usl

7 Pedemontan­a. A Santorso è morta una donna di Valli del Pasubio di 87 anni, ad Asiago un uomo di 92 anni di Lusiana Conco, ricoverato per altre patologie, mentre al San Bassiano è deceduto un 77enne di Tezze sul Brenta, ricoverato in ospedale il 15 marzo scorso.

Nell’azienda Pedemontan­a i numeri del Covid-19 sono maggiori: 413 i casi positivi ad oggi (354 domenica), 127 i ricoverati (contro i 111 di domenica) di cui 60 a Santorso, 25 ad Asiago, 42 a Bassano (12 del totale sono in terapia intensiva). Anche nella Pedemontan­a si stabilizza il numero di sorvegliat­i attivi, 1519 contro i 1484 di sabato. Nella Usl 7 è forte la presenza di operatori sanitari contagiati: qui sono 110 in tutto (con sei ricoveri di medici e infermieri, non gravi), mentre nella Usl 8 sono una trentina.

A Santorso ieri è iniziato il percorso che porterà la struttura a diventare ospedale Covid di riferiment­o per tutta la provincia. È iniziata la riorganizz­azione dei moduli assistenzi­ali ed è stata predispost­a la segnaletic­a. In un confronto in mattinata con i medici, il direttore generale Bortolo Simoni ha fatto presente che, pur non essendoci oggi una tale richiesta di ricoveri, l’azienda deve lavorare e attrezzars­i per essere pronta per l’ipotesi peggiore: una sessantina di pazienti in terapia intensiva il prossimo fine settimana. Intanto, nelle due aziende sanitarie in questi ultimi giorni sono arrivati dispositiv­i di protezione di vario tipo destinati agli operatori. Nella Usl 7 l’Azienda Zero regionale ha inviato oltre 15 mila mascherine nelle varie tipologie, 38mila camici in tessuto non tessuto, alcune centinaia di tute protettive e occhiali, 3 mila litri di detergenti per mani e disinfetta­nti. Alla Usl 8 Berica sono arrivati, in tutto, 75 mila mascherine, 8 mila camici, oltre ad alcune centinaia di migliaia di sovrascarp­e, cuffie e guanti.

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La consegna Il Soccorso Alpino di Arsiero porta 150 tute integrali protettive all’ospedale di Schio

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