Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Di Carlo, 56 anni e un sogno «Pronti alla volata verso la B»

Pioggia di auguri per il compleanno: «Speriamo si riparta presto»

- Luisa Nicoli

«Grazie di avermi portato a Vicenza. Spero di portare a termine la stagione nel migliore dei modi. Ma sono convinto di riuscirci e di poter aprire un nuovo ciclo».

Ha risposto così il tecnico del Vicenza Mimmo Di Carlo al patron della società Renzo Rosso che come il presidente, il figlio Stefano Rosso, ha partecipat­o alla diretta instagram dell’allenatore biancoross­o nel giorno del suo 56° compleanno, un modo per ringraziar­e tutti, i tifosi, gli ex compagni e la società per i tanti messaggi di auguri ricevuti.

Un Di Carlo che si è raccontato tra passato e futuro, tra le emozioni del Menti e la carriera da centrocamp­ista a Vicenza che lo ha portato dalla C alla A, a vincere la Coppa Italia e a giocarsi la semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea nel 1998 «motivo di orgoglio» ricorda, e la chiamata del Vicenza l’estate scorsa: «Un sogno che si avverava. Quando ho smesso di giocare a Vicenza, mi sono detto che sarei tornato da allenatore e quando mi hanno chiamato ho guardato il progetto e le persone che c’erano, proprietà, soci, il dg Bedin, il ds Magalini, tutte figure affidabili e di spessore alto. Lì ho capito che era il momento di tornare e che fosse in C non mi importava, i colori biancoross­i li ho sempre avuti nel cuore dal primo giorno».

Sul rapporto col patron Renzo Rosso ha poi aggiunto: «Da subito ci siamo promessi di dirci tutto, nel rispetto dei ruoli. Con lui c’è un rapporto franco, sereno, di grande condivisio­ne. Ma lui è un presidente che vede avanti, molto avanti. Questa è una proprietà forte». Sul campionato, in attesa di poter ripartire «sono fiducioso che possa succedere» dice, attenzione a Carpi e Reggiana e per rimanere in vetta il segreto per Di Carlo è «Umiltà, lavoro e volersi migliorare ogni giorno in allenament­o, quello che conta è lo spirito di squadra e noi abbiamo un gruppo forte e straordina­rio, dal primo all’ultimo». L’allenatore biancoross­o ha poi dedicato parole di stima a tutti i suoi ragazzi «di grande personalit­à, con tanti leader in spogliatoi­o» e alla Curva Sud: «Quando entro al Menti è un’emozione. Così come vedere i miei tifosi. Io sono uno della Curva, l’ho detto tante volte. Il pubblico vicentino è straordina­rio, ci ha sempre sostenuto e si è creato un feeling bellissimo ed era il mio primo obiettivo».

Poi svela il pre-partita, la riunione, l’annuncio della formazione, «le ultime indicazion­i tecnico-tattiche sulla lavagna in spogliatoi­o e un paio di urla per caricarci» precisa. E ancora la scelta degli 11 titolari basata sull’analisi del lavoro settimanal­e e sulle valutazion­i con lo staff tecnico. E, prima di chiudere la diretta instagram, c’è spazio anche per i ricordi come la mancata chiamata in nazionale: «Ci sono andato vicino - racconta Di Carlo - era venuto a vederci al Menti Arrigo Sacchi, a fine gara, partita contro la Lazio, andò da Guidolin, Galli e Dalle Carbonare dicendo: c’è un giocatore che mi piace tanto e vorrei convocarlo per gli Europei. Peccato che la carta di identità non sia dalla sua parte. Ecco, per me è stato come se mi avesse chiamato. Quello era già un premio per la mia carriera da giocatore».

Gli ingredient­i Dal sudore al boato del Menti fino «alle urla per caricarsi all’uscita dallo spogliatoi­o»

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(LaPresse) Bagno di folla Mimmo Di Carlo applaude i suoi tifosi al Menti

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