Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mamme, bimbi e gente al mercato «Ma adesso si può passeggiare?»
Prima la circolare del ministero che l’autorizza, poi Conte che precisa. Nel caos delle passeggiate no anzi sì, rispunta la gente. Arriva la Finanza.
I bambini possono passeggiare con uno dei due genitori vicino alla propria casa
Ieri un elicottero della
VICENZA Finanza volteggiava basso e lugubre sopra la gente del mercato di Vicenza intenta a comprare formaggio, frutta e verdura; troppa gente, donne di casa, madri con i bambini, padri con la sporta, non proprio una riunione sediziosa ma così deve essere sembrato alle autorità che l’hanno fatto alzare in volo. Giovedì, giorno di mercato, il secondo con i bambini liberi per circolare ministeriale di fare una passeggiata con un genitore (ma ieri sera il governo ha precisato «solo nelle vicinanze di casa», non è prevista «l’ora d’aria»), si percepiva per la prima volta un cedimento, una spossatezza benvenuta, il sollievo di ritrovarsi. Se non per quell’elicottero, se non fosse che qualcuno, da qualche parte, l’ha presa male.Troppa gente anche all’inizio di Corso San Felice davanti alla sede dell’Inps dove una folla confusa, dopo aver provato inutilmente a collegarsi con il sito dell’istituto di previdenza per i 600 euro promessi, spontaneamente è andata a chiedere di persona, ingenua e sola davanti ad un portone sbarrato.
Il bombardamento normativo - una ordinanza al giorno, la direttiva che spiega l’ordinanza, il successivo «state tranquilli» che è tutto come prima - alla fine crea assuefazione, nelle orecchie resta il rumore dell’assedio. La giovane signora con figlia di sette anni, Camilla e il piccolo Tito che ne ha due, non ha letto le ordinanze, sa solo che è il secondo giorno in cui può portare fuori i bimbi: «Dopo un mese di confino ho capito che due bambini sono meglio di uno, il più grande si occupa del più piccolo, il resto lo facciamo noi con la fantasia». Fantasiosa la mascherina che porta, belle quelle che ha fatto indossare ai figli in panno morbido.
I bambini sono stati parificati ai cani – anche loro hanno i loro bisogni - e l’universo normativo si moltiplica come le stelle del firmamento, con i suoi casi e le sue eccezioni, più le autorità si applicano e più trovano dettagli nella galassia dei comportamenti umani.
Una pattuglia della polizia municipale è a un angolo della piazza e si capisce subito che i controllori sono migliori della burbanza con cui vengono scritte le norme che devono far rispettare: «Comprensione e dialogo, non ci è mai capitata una cosa del genere - nel senso che non gli è mai capitato di dover multare per una passeggiata oltre i 200 metri da casa, e come la misura poi, in linea d’aria? per il percorso più lungo? o il più breve? , - le regole della circolazione stradale - dice – quelle prima di tutto», il resto lo fa cum grano salis.
Giovane padre con bambino: «Sono confinato in casa dal 9 marzo scorso, in Cig, il ristorante dove lavoravo è chiuso e mia moglie lavora all’Usl, che devo fare? Per forza che mi porto dietro il piccolo, lo facevo anche prima; qui però c’è comunque troppa gente, fosse per me chiuderei il mercato».
Il ferramenta in fondo al Corso – generi di prima necessità - non ha mai venduto tanti barattoli di vernice, carta vetrata e pennelli. Lo Zen e la manutenzione della casa è diventata la principale attività a cui si dedicano i padri consegnati tra quattro mura, rilassa, evita di pensare e induce un piacevole stato di trance; le donne puliscono ma anche la pulizia ha i suoi limiti come ogni limite ha la sua pulizia direbbe Totò.
«Ho attraversato tre fasi – spiega una giovane signora benedetta dal telelavoro – la prima di euforia, finalmente a casa con i miei tre figli, poi la disperazione, tempi e metodi rivoluzionati, anarchia e tensione, quindi la calma dell’equilibrio raggiunto, l’uso del registro scolastico elettronico, la giornata impostata su nuove regole, i ritmi che diventano nuove abitudini, i bambini felici; questi sono la generazione che per la prima volta sperimenta ciò che noi avevamo vissuto, la presenza costante del papà e della mamma, il mangiare alla stessa tavola, cucinare e inventare giochi con materiali poveri – ieri ho fatto le ali da fatina alla più piccola con una sacco della spazzatura – è come se a loro fosse stata data la possibilità di vivere in una famiglia come l’abbiamo vissuta noi e prima quella dei nostri genitori». La signora ha casa grande, è una fortunata e non fa media, uscire con i figli per lei “è un sollievo ma – precisa - non li porterei mai al supermercato: i bambini tocchignano, non li tieni fermi e con il virus in agguato io li preferisco in casa». Scarrellando sulle madri del centro di Vicenza, sui papà avveduti e mamme consapevoli, non vedi la periferia, né il disagio di chi ha meno, trovi un ceto urbano professionale colto e benestante sul quale gli strali governativi, mutevoli e talvolta altisonanti, sembrano mal riposti. Lo dice un giovane psicologo con bambina sul passeggino che non lamenta l’uscita o i 200 metri, ma il tono e la Babele «con cui ogni potentato locale ha piantato la sua bandierina per marcare la differenza politica quando sono altre le magagne, tipo quelle di chi come me, domiciliato
La mamma
È come se ai nostri figli fosse stata data la possibilità di vivere in una famiglia come l’abbiamo vissuta noi
a Vicenza ma residente nel Veneziano, non trova le medicine necessarie per la figlia affetta da una rara malattia e deve andare a Venezia a procurarsele. Così come non ho una scuola vicina cui iscriverla perché non ha un nonno residente in città. Queste sono le norme inique a confronto delle quali quelle sul coronovirus suonano ipocrite».
Il papà
Per forza che mi porto dietro il piccolo, lo facevo anche prima; qui però c’è comunque troppa gente: chiuderei il mercato