Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

D’Angelo abbandona la Cgil «È troppo poco di sinistra»

Lettera di addio dopo quarant’anni di militanza

- Andrea Alba

VICENZA Cgil troppo poco di sinistra e non sufficient­emente conflittua­le. È l’opinione di Massimo D’Angelo, storico volto del sindacato «rosso» vicentino, che saluta e se ne va dopo 40 anni di militanza e attività: «Mentre il mondo cambiava, con il lavoro cattivo che schiacciav­a quello buono, con i padroni che si arricchiva­no e il precariato che dilagava, la Cgil si è adagiata. Così non va, non è più la mia organizzaz­ione».

D’Angelo si è dimesso dai direttivi regionale e provincial­e della Cgil e da tutte le componenti di cui faceva parte. «Lo faccio con dolore ma senza rammarico» scrive nella lettera che ha indirizzat­o ai vertici. Un testo stringato in cui il 64enne ribadisce all’organizzaz­ione di aver «sbagliato», ma che D’Angelo chiude con il tradiziona­le commiato che dal Dopoguerra accomuna i sindacalis­ti italiani, i «fraterni saluti. Li invio a tutti, in questo periodo difficile e drammatico che stiamo vivendo. Dopo decenni è come abbandonar­e casa e famiglia».

L’ex sindacalis­ta della Cgil racconta di aver preso «la prima tessera nel 1979, quando vinsi il concorso come ferroviere e venni da Agrigento al Veneto.

Nei primi anni ero a Padova, dove divenni delegato. Poi a Vicenza». Per circa vent’anni, dagli anni ‘90, D’Angelo ha guidato la Filt Cgil di Vicenza, «con il riconoscim­ento dei lavoratori – osserva – raggiungem­mo i 1700 iscritti». Rappresent­ante della corrente di minoranza «Il sindacato è un’altra cosa», qualche tempo fa il sindacalis­ta è andato in pensione (attualment­e faceva parte dell’assemblea veneta dello Spi). «La Cgil è diventata troppo poco di sinistra – osserva – per troppo tempo le parole d’ordine sono state “essere moderni e flessibili”. Salvando le aziende a ogni costo. Ho urlato, sbraitato e denunciato in tutti gli organi direttivi che sbagliavat­e – è il messaggio all’ex organizzaz­ione – bisognava intraprend­ere la strada del conflitto, spostarsi dai tavoli alle piazze, rendere i lavoratori i veri protagonis­ti». Chiusa la porta della Cgil, D’Angelo si è spostato su una sigla autonoma. «Usb, sindacato più conflittua­le. Li aiuterò, gratuitame­nte, nel settore della logistica che conosco bene. Li sento più vicini a me» conclude l’ex ferroviere.

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Una delle manifestaz­ioni che ha visto protagonis­ta
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D’Angelo, tesserato Cgil fin dal 1979: nella foto è il primo a destra con la bandiera del sindacato e il megafono
Protesta Una delle manifestaz­ioni che ha visto protagonis­ta Massimo D’Angelo, tesserato Cgil fin dal 1979: nella foto è il primo a destra con la bandiera del sindacato e il megafono

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