Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pm10, record di sforamenti nel Veneto del Covid-19
PADOVA E meno male che il lockdown ha limitato i danni. Nei primi tre mesi dell’anno, il Veneto non registrava così tanti sforamenti di Pm10 dal 2012: il dato emerge da «Mal’aria», il dossier annuale di Legambiente Veneto sulla qualità dell’aria, che punta anche il dito contro la sottovalutazione di traffico e agricoltura come fonti di inquinamento. Da gennaio a marzo, la concentrazione di Pm10 nei sette Comuni capoluogo del Veneto ha superato il limite di legge
290 volte: la classifica vede in testa Padova e Treviso con 51 sforamenti a testa, seguite da Vicenza con 49. Per vedere un valore più alto bisogna tornare al
2012, quando gli sforamenti furono 347. Rispetto a gennaio, in realtà, la paralisi dei trasporti e delle attività ha fatto calare le polveri sottili sia a febbraio (-20%) che a marzo (-60%), ma questo non è bastato a compensare i livelli raggiunti nel primo mese del 2020, che ha visto la media record di 64 microgrammi per metro cubo al giorno. Nel 2019 il Veneto ha registrato 350 sforamenti (+81 dal 2018), di cui 69 alla maglia nera Rovigo. E dal 2010 al 2019, il Veneto è anche l’unica Regione a piazzare sei città (tutte tranne Belluno) tra quelle che hanno sempre superato il limite di legge di 35 giorni all’anno (Vicenza batte tutti con
798 sforamenti). «Mal’Aria» inoltre evidenzia che lo smog sembra favorire lo sviluppo del coronavirus, nel senso che può aggravare le patologie respiratorie legate all’inquinamento, e che in Veneto il 33% del Pm10 dipende dal riscaldamento, il 23% dal traffico e il 20% dall’agricoltura. Il traffico è la prima fonte di inquinamento a Padova
(44%), Verona (42%), Rovigo (40%) e Vicenza
(34%), mentre il riscaldamento prevale sia a Belluno (62%) che a Treviso (39%). Legambiente chiede quindi l’estensione dell’accordo di bacino padano a tutti i Comuni del Veneto entro ottobre
2021, il censimento dei generatori di calore a biomassa nelle case e il divieto di roghi e falò all’aperto dall’1 ottobre al
30 marzo, compresi quelli dell’Epifania.