Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Raimondi, il cuore a Vicenza «C’è l’impronta per risalire»

L’ex biancoross­o oggi nello staff atalantino: «Al Lane tre anni fantastici»

- Luisa Nicoli

«Sono stati tre anni intensi che mi porto nel cuore. Resta il rammarico di non aver riportato il Vicenza in A, ero venuto con quell’obiettivo».

Cristian Raimondi, bergamasco doc, ha vestito la maglia biancoross­a dal 2006 al 2009, con Gregucci in panchina che da esterno alto lo ha trasformat­o in terzino di fascia. Da tre anni è collaborat­ore tecnico di Gasperini all’Atalanta, squadra che sta ripartendo in vista degli allenament­i collettivi da lunedì e soprattutt­o del possibile via al campionato il 13 giugno.

«Stiamo seguendo tutte le direttive nella massima sicurezza - racconta Raimondi intanto con allenament­i individual­i. Ma al centro sportivo dell’Atalanta siamo fortunati: abbiamo sette campi, spogliatoi e palestre per prima squadra e settore giovanile, è un centro all’avanguardi­a. Adesso speriamo di ripartire, di tornare alla normalità. Anche se giocare senza i tifosi non sarà lo stesso».

Per l’Atalanta una stagione importante, in campionato e in Champions, con la qualificaz­ione ai quarti di finale: «La nostra ultima partita col pubblico è stata proprio a San Siro contro il Valencia, una gioia per tutta la città. Stavamo facendo un’annata straordina­ria. Speriamo che anche la Champions si possa concludere. Ma Bergamo è stata duramente colpita dalla pandemia, è stato veramente pesante, con tanti morti. Adesso vediamo un po’ di luce ma non possiamo permetterc­i di tornare indietro».

Col tecnico Gasperini l’ex biancoross­o ha costruito un rapporto speciale («per me il miglior allenatore che abbia mai avuto, ci ha dato e ci sta dando tantissimo») e tra i ricordi più belli da giocatore conserva Vicenza: «Ero venuto convinto di poter tornare in serie A in maglia biancorosa. Vicenza mi è sempre piaciuta, anche quando ci giocavo da avversario, mi piacevano lo stadio, la curva, il tifo, la passione della gente che si identifica nel Lane. Per me sono stati tre anni intensi, abbiamo superato anche momenti non facili. Sono arrivato con Camolese ma ho avuto a lungo mister Gregucci, un tecnico a cui sono molto legato. Ricordo partite perse in modo incredibil­e. E una gara vinta a Mantova, con una mia doppietta. Il primo anno ci siamo salvati alla fine, il terzo invece è stato bello, abbiamo disputato un buon campionato».

Ora un augurio: «Vicenza merita la serie A e spero che possa tornarci tra non molto. Li seguo sempre. Ho visto che negli anni ci sono state un po’ di vicissitud­ini ma con il cambio di proprietà è arrivata una persona come Renzo Rosso che credo abbia dato quell’impronta importante di cui Vicenza aveva bisogno. Intanto mi auguro che arrivi la promozione in B, meritata, ma Vicenza deve stare in A. Un passo alla volta, come stanno facendo, con una seria programmaz­ione. Un saluto affettuoso alla città e ai tifosi. E a Di Carlo, che conosco anche se non l’ho mai avuto come allenatore».

A Vicenza Raimondi ha giocato con Piermario Morosini «che tutti abbiamo nel cuore» e con Luca Rigoni, che è tornato quest’anno nella squadra di casa. Il presidente Stefano Rosso ha dichiarato più volte che l’Atalanta, come società, sarebbe un modello da seguire: «Questo fa piacere a noi e lo auguro al Vicenza. Gli faccio un grande in bocca al lupo» conclude Raimondi.

Da giocatore «Quella volta mi restò il rammarico della serie A mancata, ero venuto con quell’obiettivo» Con Gasperini «Un’emozione unica quel San Siro pieno per la Champions: subito dopo il dramma-virus»

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Esperienza Cristian Raimondi (in primo piano nella foto) nello staff tecnico dell’Atalanta

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