Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Stretta veneta sulla movida
Dagli steward alle multe, piano di sindaci e prefetti. Il governatore: continuo a ricevere foto e video, basta
PADOVA Sindaci e prefetti del Veneto alla «guerra» contro la movida sregolata, quella fatta di serate trascorse ammassati davanti ai locali senza indossare le mascherine. Mentre il governatore Luca Zaia lancia una campagna di spot per spiegare ai giovani i rischi del contagio, nelle città gli amministratori preparano nuove regole. Il sindaco di Padova propone gli steward davanti al locali, per assicurarsi che tutti i clienti rispettino le norme di sicurezza. A Vicenza, ronde di volontari per spiegare i comportamenti corretti. A Verona il prefetto annuncia controlli a tappeto in alcune zone della città e a Treviso il sindaco minaccia «di chiudere tutto».
C’è chi sguinzaglierà fuori dai locali gli «angeli anti-Covid», chi promette una raffica di multe a chi si ostina a non indossare la mascherina, e chi arriva a proporre una sforbiciata alle licenze dei bar nelle piazze. Così, sindaci e prefetti preparano la guerra alla movida.
La carica l’ha suonata il presidente della Regione Luca Zaia, dopo le scene di ordinaria follia dei giorni scorsi, con le piazze affollate da centinaia di persone, molte senza mascherina e decisamente troppo vicine tra loro. Da Padova a Venezia, le immagini girate fuori dalle osterie e pubblicate sui social fanno gelare il sangue a chi da settimane predica l’uso di protezioni e il mantenimento delle distanze come unica prevenzione davvero efficace contro il contagio. «Mi giungono miriadi di messaggi che raccontano di violazioni alle norme di sicurezza - ha ribadito anche ieri il governatore - per il 90 per cento inviati da giovani che mi chiedono di intervenire. Nessuno vuole vietare gli spritz, ma faccio un appello a evitare gli assembramenti e a portare le mascherine fino al 2 giugno». La Regione ha anche annunciato uno spot con le regole da seguire agli «happy hour» e sui rischi che si corrono se non le si rispettano.
In attesa delle «pubblicità educative», i responsabili della sicurezza studiano ben altre contromosse. Il prefetto di Vicenza, Pietro Signoriello, si prepara a far scendere in campo gli «angeli anti-Covid», una task force di volontari che dovrà convincere i giovani dell’importanza di rispettare le norme di sicurezza. «L’azione svolta dalle nostre forze di polizia finora è stata orientata verso la “moral suasion” spiega il prefetto - più che la repressione si è preferito portare avanti la logica della prevenzione, far mettere la mamenti scherina e rispettare le distanze». E visto che anche nel Vicentino si sono riscontrati «comportamenti non consoni», la prefettura - oltre a intensificare i controlli - intende attivare uno strumento nuovo: «Ho proposto – riprende Signoriello - di attivare delle “pattuglie” di volontari della Croce Rossa e di operatori sanitari delle Usl che, andando nei luoghi dove i ragazzi si ritrovano, parlino con loro spiegando perché è necessario usare le mascherine e i rischi di contagiare se stessi e i propri amici. Insomma, vogliamo creare consapevolezza». Il prefetto spiega di «credere molto nei nostri ragazzi. Non è il caso di fare loro delle guerre per questo momento di euforia, dopo il lungo periodo in cui sono rimasti al chiuso». Intanto, il Comune di Vicenza lavora a un’ordinanza per ampliare i plateatici. Ma non solo. «Valuteremo provvediper tutelare la sicurezza di chi frequenta i locali – annuncia il sindaco Francesco Rucco - ad esempio distanze massime entro cui consumare. Vogliamo evitare gli assembramenti con delle regole condivise con i baristi stessi».
Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, studia diverse disposizioni: «I gestori dovranno assicurare steward professionisti davanti ai loro locali per far rispettare le distanze e accertarsi che tutti indossino i dispositivi di sicurezza». Non solo. Giordani punta a spostare il baricentro degli eventi cittadini, dalle piazze ai parchi: «Saranno il nuovo fulcro di una città a prova di contagio. Negli spazi verdi i cittadini faranno gli aperitivi ma potranno partecipare anche a iniziative sportive, eventi culturali, mostre, concerti...». Intanto, il questore Isabella Fusiello azzarda un’altra soluzione: «In centro storico la quantità dei locali è elevatissima mentre in altre zone sono quasi assenti. Se gestire le masse in centro si rivelasse problematico avrebbe forse senso pensare di incentivare l’apertura o lo spostamento di alcune attività in altre aree per rivitalizzarle. Si potrebbe rivedere anche il numero delle licenze se si crea una situazione tale da rivelarsi pericolosa».
A Verona le forze dell’ordine hanno una lista di aree della città (coi rispettivi locali) da tenere sotto stretta osservazione. «A essere monitorati in modo più stringente sono soprattutto i luoghi della movida giovanile e quelli dove si trovano i locali maggiormente frequentati» spiega il prefetto Donato Cafagna. Chi finirà nel mirino dei controlli? Baristi e clienti del centro storico. «In particolare - elenca Cafagna piazza Erbe, corso Portoni Borsari e via IV Novembre, dove sono stati segnalati capannelli di persone che sostano sulla strada con bibite o quant’altro».
Il presidente regionale dell’Associazione dei Comuni (Anci) Mario Conte, in veste di sindaco di Treviso s’è ritrovato a fare i conti con le osterie della città prese d’assalto da gruppi di giovani che, fino a notte fonda, hanno preferito i brindisi alle mascherine. «Per la fase 2 ci vuole testa» riflette. «Se rivedrò le stesse scene, sono pronto a richiudere tutto». Gli fa eco Paola Roma, presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl 2: «Dobbiamo far capire alle persone che usare le mascherine, mantenere il distanziamento e detergere le mani con i gel igienizzanti è fondamentale per prevenire il contagio, anche nei locali pubblici. La Regione ha diffuso delle regole rigide per evitare che ritorni l’infezione: vanno rispettate».
Signoriello
Volontari andranno nei luoghi frequentati dai ragazzi spiegando loro il perché è necessario usare le mascherine
Giordani
I gestori dovranno assicurare steward professionisti davanti ai loro locali per far rispettare le norme di sicurezza
Cafagna
A essere monitorati in modo più stringente saranno i luoghi della movida giovanile e quelli dove si trovano i locali più frequentati