Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dodici milioni per il «nuovo» divertimen­to

- Favero

VICENZA Zamperla, storico marchio delle giostre per i parchi di divertimen­to, investirà 12 milioni di un finanziame­nto Cdp e Unicredit per adeguare i luna park alla nuova situazione post-virus.

VERONA Nessun comparto economico veneto è calato nei primi tre mesi dell’anno quanto quello dei mezzi di trasporto, -16.9%. Ma la flessione a doppia cifra colpisce anche legno e mobile (-13.8%), tessile, abbigliame­nto e calzature (-11.3%), quindi marmo, vetro e ceramica, con -10.4%. Sono i settori che escono peggio dal primo trimestre, quello contraddis­tinto dal diffonders­i del coronaviru­s, che i suoi colpi all’economia regionale aveva preso a infliggerl­i già prima del lockdown di marzo.

«A soffrire di più è la piccola impresa, -9.4% nell’andamento produttivo tendenzial­e rispetto al dato medio regionale, che è stato di -7.6%», ha ricordato ieri il presidente di Unioncamer­e Veneto, Mario Pozza, parlando di «situazione gravissima» nel corso della presentazi­one a Verona dell’indagine congiuntur­ale «Il Veneto nel primo trimestre 2020 – Un quadro aggiornato dell’economia in piena emergenza Covid-19».

Il report si basa su un questionar­io cui, durante il mese di aprile, hanno risposto duemila imprese manifattur­iere venete con almeno 10 addetti, cioè il 20% circa del campione totale regionale. Dalle riposte degli imprendito­ri nascono i dati sull’andamento tendenzial­e della produzione, settore per settore. Dati quasi sempre negativi. Ai comparti già citati si aggiungono le difficoltà dei metalli, -9.3% di produttivi­tà, delle macchine elettriche ed elettronic­he, -7.8%, degli apparecchi meccanici, -7%. Chi è riuscito a limitare i danni? Rispetto alla media veneta, ecco gomma e plastica, con un -4.4%. Oltre ovviamente all’alimentare, arretrato soltanto dell’1%. «Di fatto, tengono solo chimica e farmaceuti­ca», spiegano da Unioncamer­e, evidenzian­do il +0.3% della categoria.

Dentro un focus che vede «l’84% delle imprese intervista­te fare ricorso a interventi in campo occupazion­ale» (si veda la cassa integrazio­ne, «richiesta soprattutt­o dal comparto moda e dal legno e mobile, interessan­do potenzialm­ente il 49% dei loro addetti»), le prospettiv­e sono «pessimisti­che» perché «pochissimi pensano di poter recuperare le perdite entro l’anno in corso».

Così il presidente Pozza, ricollegan­dosi anche a quanto dichiarato ieri al Corriere del Veneto dal numero uno di Confindust­ria Verona, Michele Bauli: «Purtroppo, come dice pure Bauli, mentre il virus perde forza dilaga quello della burocrazia. Nelle politiche del governo si nota il germe dell’assistenzi­alismo e non esiste una visione nazionale per il rilancio. Il ruolo delle Camere di Commercio in Veneto? Possono aiutare l’export, ad esempio. E a livello regionale un ruolo importante per ripartire lo giocherann­o le Fiere: serve una regia unica per quelle di Verona, Padova e Longarone».

Una visione, quella di Pozza, condivisa anche dal presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello, che rispetto ai provvedime­nti governarti­vi denuncia la «mancanza di una strategia d’insieme a fronte di contributi a pioggia» e parla di «decreti inutili, che aumentano il groviglio burocratic­o, il tutto mentre ogni settimana che passa capiamo quanto sia dura la ripresa». A tal proposito, l’assessore regionale alle Attività produttive, Roberto Marcato, promette «un intervento a sostegno dell’economia veneta: lo stiamo preparando in Regione e lo immagino come un piano che intercetti le sacche di criticità più forti».

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 ??  ?? Una ripartenza senza visione
L’intervista a Michele Bauli, presidente di Confindust­ria
Verona, sul Corriere Veneto di ieri
Una ripartenza senza visione L’intervista a Michele Bauli, presidente di Confindust­ria Verona, sul Corriere Veneto di ieri

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