Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ottavia Piccolo e la magia di un caffè al bar del Lido

- di Roberta Polese

Ottavia Piccolo, attrice di teatro che non ha bisogno di presentazi­oni, è una donna di parola. Risponde subito al telefono, e alla richiesta di intervista risponde «no, ora assolutame­nte no, la richiamo io». Richiama davvero, e si scusa pure. «Ero al bar dei giardinett­i qui al Lido, era da tempo che aspettavo di bere questo caffè non potevo rovinare la magia di quel momento». Ottavia Piccolo vive da 20 anni al Lido, che ormai è la sua casa: «Parlo come i veneziani, mi lamento come i veneziani, sono una veneziana a pieno titolo»..

Com’era il caffè?

«Delizioso, non vedevo l’ora di riprendere le mie abitudini, mio marito ed io non facciamo molta vita mondana, ci basta poco, una colazione al bar con gli amici, e un caffè al pomeriggio».

Le è pesato questo periodo di «clausura forzata»?

«Mi rendo conto di essere una persona privilegia­ta perché posso permetterm­i di stare tranquilla, il lockdown non mi ha portato via nulla di irrecupera­bile, per cui ho guardato film che non avevo visto e letto tanto e con serenità, so che molti non sono riusciti a leggere in questo periodo, immagino che fosse la preoccupaz­ione a impedire di concentrar­si, non è facile stare sereni quando si teme il futuro, per molte persone che vivono di teatro e spettacoli si affacciano tempi difficili».

Non le è quindi pesato stare a casa?

«Mi è pesato ma mi sono impegnata per dare una mano a chi potevo: sono andata a fare la spesa dal piccolo bottegaio sotto casa, preferendo­lo ai grandi supermerca­ti, e ho ordinato alle librerie veneziane i testi che avrei voluto leggere e che giusto oggi (ieri) sono andata a prendermi, non ho comprato cose on line perché penso che ogni clic “uccida” i commercian­ti. Sono gesti piccoli che di questi tempi fanno la differenza».

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Piccolo
Ottavia Piccolo

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