Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Discoteche, Sos della notte «Bisogna ripartire subito o molte non riapriranno»
Dj e pierre: è dura. I gestori: industria da 700 milioni lasciata sola I titolari: «Senza aiuti né certezze sulla ripartenza» Disk jockey e manager: «Reset e poi nuova identità» Da Jesolo un salvagente: «Diventate risto-disco»
«La notte cambierà molto; non so ancora come, ma penso che non potrà più essere come prima...». Parola di disk jockey e produttore, forse il più apprezzato tra quelli di casa nostra: Mauro Ferrucci, idolo delle consolle in Italia e all’estero. La notte delle discoteche è ferma da febbraio e non sa ancora quando ripartirà. Sul punto, il sentore di Nicola Parente, l’uomo chiamato pierre, tra gli «inventori» dell’età dorata dei locali veneti tra fine Ottanta e Novanta, è quasi identico a quello di Ferrucci. «Fa fatica a ripartire il calcio, e sono 22 più l’arbitro su un campo. Visto anche come si sta comportando, penso che il governo sarà più che restio a far riaprire le discoteche - ragiona il manager delle piste da ballo -. Lunedì, del resto, ero in piazza a Mestre e ho visto quel che hanno visto tutti. Il fatto è che, dopo due mesi al chiuso, i giovani sono esplosi. Siamo stati giovani anche noi e le “ca...te” le abbiamo fatte, ma un Capodanno, com’è stato quello del 18 scorso, non possiamo permettercelo tutti i giorni...». Anche il disk jockey torna sugli eccessi recenti, per rivendicare una diversità che sente sua ma anche per un «mea culpa» del suo mondo: «Mi dà fastidio vedere i ragazzi che ballano in galleria, davanti a un bar che alza il volume e via, come è capitato a Padova, perché il mio babbo e la mamma possono pensare che quella sia la cifra del mio mestiere e non è così. Non basta alzare il volume, non è tutto lì. Va detto, la discoteca viene da cinque anni di crisi di identità, in cui ha rinunciato alla propria diversità, finendo per perdere anche il riconoscimento del pubblico, dei ragazzi stessi. Ecco, penso che di debba approfittare del reset dettato dal virus per cambiare, perché la disco torni ad essere quel che è stata...». Ripartenza ma quando? «Finché c’è rischio di contagio, temo che non potremo riaprire...».
Domanda: quanto vale lo stop della notte danzante del Veneto? «In regione - spiega Paolo Artelio, presidente veneto del Silb, il sindacato dei locali da ballo - abbiamo 242 discoteche, intese come locali con licenza di ballo. La provincia che ne ha di più è quella di Venezia, con 72; poi Treviso, Padova...». Volume d’affari? «Le dò il dato annuo: 110 milioni di euro, che salgono a 700 se si calcola l’indotto. Abbiamo 4.800 dipendenti diretti - baristi, parcheggiatori e guardarobiere - e 4 mila indiretti, tra pierre e animatori vari...». Avete fatto un conto dei danni? Se salta l’estate che succede? «Numeri sulle perdite non ancora. Quel che posso dire è che, senza la stagione estiva, prevediamo che a ottobre il 20 per cento dei locali non riapra. Per quelli solo estivi (quelli del mare, ndr) si andrebbe al 2021. Come si può reggere con un buco simile?».
Odissea, ex Kolossal, a Spresiano; Casa di caccia, Treviso; Palmarive, a Fossalta di Portogruaro; il Mascara di Mantova e, per finire, il Supersonic, a San Biagio di Callalta. Sono i locali gestiti dai trevigiani Venerandi. Renzo, pater familias, è anche presidente del Silb per la Marca: «Col nostro sindacato stiamo lavorando perché ci facciano riaprire. Speriamo che, dal 15 giugno in poi, dopo teatri e cinema, si possa ripartire anche noi, con le giuste regole e in totale sicurezza». Il patron di tanti storici locali guarda alle piazze con attenzione: «Abbiamo visto anche noi i ragazzi lunedì... Si tratta di capire se, una volta riaperto, sceglieranno comunque di venire in luoghi regolati, con mascherine, distanze...». Incognite pesanti, che acuiscono il sentimento di abbandono dei gestori: «Le nostre attività sono importanti per la socializzazione e non solo dei più giovani. I locali di musica latina e liscio sono spazi importanti anche per persone di una certa età...». Discoteche e simili sono anche il terzo dei fattori da cui dipende la scelta del luogo di vacanza: «Il Veneto è terra di turismo e dipende anche da noi, ma è come se...». Al governo, fin qui, dell’industria del divertimento è importato piuttosto poco. Il mondo della notte, artistico per forza di cose, non è tra quelli che potranno trovare ristoro nel Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, recentemente rifinanziato: «Noi non siamo inclusi», chiude Venerandi.
Musica spenta significa anche 9 mila persone senza quel lavoro che, spesso, è la prima se non l’unica fonte di reddito. «Siamo lasciati a noi stessi - dice Daniele S., padovano, tecnico luci - in attesa di soldi dal cielo». Ha provato a cercare altro? «No, per ora no. Anche tanti colleghi che hanno cercato, per esempio nella raccolta della frutta, si sono sentiti dire che non c’è richiesta. Si trova poco». Stilista, costumista, trasformista: Sabrina De Rossi è tra le più apprezzate animatrici dei club di tendenza (i pochi che restano) del Veneto e non: «Riapriremo, ma le condizioni non sono sostenibili. A che serve avere in consolle il primo dj al mondo se devo tenere la gente a un metro? La discoteca dev’essere aggregazione o finirà a feste private, dove vai e fai quel che vuoi...».
Il Comune di Jesolo, nota di ieri, ha concesso ai club la sospensione della licenza di pubblico spettacolo, mantenendo quella di somministrazione: i locali potranno salvare l’estate diventando risto-disco o simili. «Tutto bene quel che aiuta nota Artelio - ma noi vogliamo fare il nostro». Farà lo stesso Gabriele Vian, timoniere del mitico New Age di Roncade, tempio rock-alternative, cui ora ha affiancato l’Hall, a Padova, e Suonica, laboratorio di eventi e comunicazione: «Stiamo programmando per febbraio 2022, lavoriamo a 12 mesi...». Da Roncade, negli anni, sono passati, tra tanti altri, Mark Lanegan, Motorpsycho, Subsonica, Negramaro, Elisa, Calibro 35... Potete reggere fermi un anno? «Abbiamo fatto miracoli per trent’anni. Continueremo a farli, costi quel che costi...».
” Artelio (Silb) Senza l’estate prevediamo che a ottobre il
20% dei locali non riapra. Per quelli solo estivi si andrebbe al
2021...