Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Prezzi aumentati? No, abbiamo voglia di lavorare e rivedere i nostri clienti»
VICENZA È aumentato il caffè, fino a 1,30 euro, così come il cappuccino, lievitato a 1,80 euro, ma se con la riapertura qualche parrucchiere e centro estetico ha ritoccato il listino prezzi lo ha fatto «in misura minimale» stando all’associazione di categoria. Di certo gli operatori del comparto bellezza hanno dovuto riorganizzare il lavoro: clienti da ricevere esclusivamente su appuntamento, per evitare assembramenti, distanze da rispettare, dispositivi anti contagio da indossare, a partire da mascherine e visiere, ambienti da sanificare ad ogni trattamento (con relativa spendita di tempo) e misure da far rispettare. Ma nonostante i costi da sostenere per attuare le disposizioni anti Covid come detto c’è chi non ha aumentato i prezzi e se lo ha fatto ha incrementato di poco, tanto che i clienti non l’hanno avvertito.
«A nostro avviso si tratta di pochi casi – spiegano le presidenti Renata Scanagatta e Valeria Ferron, referenti per le categorie del benessere in Confartigianato Vicenza – e da un rapido sondaggio effettuato tra colleghi non avvertiamo questa tendenza. Abbiamo tutti voglia di lavorare e di rivedere i nostri clienti, in questa fase iniziale non vogliamo correre il rischio di perderli. È necessario anche attendere per comprendere come riprende il nostro lavoro, ricominciamo ora a riempire le agende di appuntamenti». L’attenzione che gli operatori del benessere riservano ai loro clienti si traduce quindi anche in un segnale di solidarietà, considerando che c’è chi è stato penalizzato dal lockdown e non ha più lavorato. Per gli operatori quindi è prematuro caricare i costi della ripartenza sui clienti, anche perché dispositivi di igiene e sicurezza sono da sempre strumenti di lavoro. «Guanti, visiere e mascherine facevano già parte delle dotazioni a noi necessarie - fanno sapere Scanagatta e Ferron - Lamentiamo piuttosto che alcuni dispositivi siano ancora introvabili. Riteniamo che laddove siano stati praticati aumenti dei prezzi la causa sia imputabile non tanto all’acquisto di prodotti quanto all’aumento dei tempi di lavoro: da sempre abbiamo il dovere di garantire igiene e sicurezza nei nostri ambienti, ma le operazioni di disinfezione e pulizia ulteriore, che svolgiamo dopo il passaggio di ogni cliente, allungano i nostri orari di esercizio».