Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Barbera: «Riaperto il Palazzo del Cinema»
Il direttore della Mostra: siamo tornati al lavoro al Lido
Il messaggio postato su Instagram ha scaldato il cuore non solo ai cinefili: «Il Palazzo del Cinema è stato riaperto, e gli uffici popolati da chi deve organizzare la prossima Mostra del Cinema in programma dal 2 al 12 settembre. Sarà un’edizione con caratteristiche uniche nella sua storia, ed anche per questo verrà ricordata. Ancora non sappiamo esattamente che cosa si potrà fare, ma intanto procediamo con la selezione dei film e la messa a punto di un piano che possa garantire a tutti i partecipanti la massima sicurezza. Contiamo sul sostegno di tutti per ripartire nel modo migliore. Viva Venezia! Viva #Venezia77 ». In un clima di desolata rassegnazione in città, dopo la cancellazione della Biennale Architettura e i tanti alberghi che stentano a riaprire, la notizia che il direttore della Mostra del Cinema, Alberto Barbera, nelle scorse ore sia sbarcato al Lido e con lui tutte le persone che compongono «la macchina» della Mostra abbiano preso possesso degli uffici nel Palazzo del Cinema, è un altro tassello che si aggiunge all’idea che a settembre la Mostra del Cinema possa davvero essere il primo grande evento internazionale post-Covid. Lo conferma anche Giorgio Gosetti, direttore artistico delle Giornate degli Autori, storica sezione indipendente ospitata dalla Mostra: «Non sarà un’edizione uguale a qualsiasi altra, ma questo lo dobbiamo anche a tutto quello che è successo. Ci siamo sentiti nei giorni scorsi con gli uffici della Biennale, con Barbera e il direttore generale Andrea Del Mercato e penso che la prossima settimana cominceremo a stilare un piano di lavoro. Gli uffici della Biennale sono al lavoro per stilare un protocollo che metta in sicurezza la manifestazione. Sono una persona prudente e per noi mi aspetto circa 30-40% di persone in meno: spero ovviamente che poi ne arrivino di più, ma la previsione è anche dovuta all’affluenza possibile nelle sale, che ovviamente sarà ridotta. Questo però ci stimola a inventare soluzioni parallele e innovative ed è una bella sfida: meglio avere 50 film tutti buoni che avere l’effetto “supermercato”».
Ieri si è occupato della Mostra anche la «bibbia» dello spettacolo americano, Variety, sottolineando come Barbera abbia l’appoggio non solo della politica ma del mondo produttivo a spingere l’acceleratore su Venezia 77. Dovessero mancare gli americani, che faticano a mandare un film ai festival senza attori o registi, Venezia potrebbe puntare sugli indipendenti americani, dai quali in questi anni sono arrivate anche le proposte cinematografiche più interessanti. Insomma, si va avanti.