Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Raid punitivo per un debito quattro romeni in carcere
Arrivati da Ravenna, nell’auto avevano spranghe in metallo e sassi
ROSÀ Ennesimo capitolo della faida tra romeni che vede implicata la famiglia rosatese dei Popescu e che mercoledì notte ha portato all’arresto di quattro uomini, tutti pluripregiudicati, arrivati nel Bassanese per un regolamento di conti.
Erano quasi le due del mattino di mercoledì quando al 112 è arrivata la telefonata angosciata di una donna che, presentandosi come appartenente alla famiglia Popescu, riferiva ai carabinieri di avere ricevuto minacce di morte da parte di alcuni connazionali romeni già in viaggio da Ravenna. Conoscendo le vicende dei Popescu, protagonisti già da un paio di anni di una faida con altre famiglie rom, sfociata anche intimidazioni di tipo mafioso e persino in agguati di sangue, gli uomini della stazione di Rosà assieme a due pattuglie del Norm di Bassano hanno raggiunto l’abitazione della donna che ha raccontato ai militari le intimidazioni ricevute mostrando loro anche alcuni video di minaccia pubblicati dai connazionali sui social network.
Nemmeno il tempo di terminare il racconto che all’esterno della casa in cui vive la donna è sopraggiunta a forte velocità, una Bmw 550 xdrive dalla quale sono scese quattro persone. Non accorgendosi della presenza dei carabinieri appostati in zona, i quattro hanno cominciato a gridare in romeno frasi incomprensibili ai militari che li hanno immediatamente bloccati e sottoposti a perquisizione. Nell’auto sono state rinvenute tre spranghe in metallo e pietre di grosse dimensioni, quasi certamente pronte ad essere utilizzate contro la famiglia Popescu.
I quattro uomini sono stati poi identificati e risultati noti agli archivi di polizia. Si tratta di Stefan Bot, italiano 25enne rom, Ionel Ciuriariu, 30enne romeno, Brainar Sain, italiano di origini rom di 25 anni e Tiberius Rostas, romeno di 28 anni, tutti accompagnati nella caserma della compagnia dei carabinieri di Bassano.
Si è scoperto poi, dal racconto della vittima, che i quattro ormai da mesi stavano cercando di estorcere del denaro alla famiglia rosatese: circa 50 mila euro che venivano chiesti ai Popescu per consentire loro di vivere in Italia. Il rifiuto dei rosatesi di pagare la somma richiesta aveva spinto i loro connazionali a partire dalla Romagna per portare a termine quella che nelle loro intenzioni doveva essere una vera e propria spedizione punitiva, preannunciata pubblicamente sul web. I quattro si trovano ora in carcere a Vicenza a disposizione del pubblico ministero Crostina Carunchio.